Regia: Richard Wenk
Film Anni ’80 e dove trovarli. Proprio quelli al sapore di Anni ’80, per citare Leo Ortolani.
Quegli (s)cult sconosciuti, classici per pochi - ma molto pochi - nostalgici dei sapori degli Anni ’80 che fanno lo stesso effetto di un Big Babol masticato. Però il gusto uva non lo fanno più, peccato.
Quei titoli che nascevano nei trailer dei prossimamente al cinema, crescevano sullo scaffale della videoteca, transitavano subdoli in qualche Notte Horror in seconda serata (che iniziava alle 22.30; che volete farci quando uno è millenial…Infatti, proprio oggi spengo quarantaquattro candeline in fila per sei, col resto di due; quindi baro sull’età XD) dopodiché sparivano dai radar (e dalla memoria), e te li ritrovavi inscatolati nei dizionari di cinema, liquidati da due righine tipo necrologio.
Ma con l’avvento di internet essi risorgono, camminano di nuovo tra noi, in DVD, sui canali Youtube, nei blog…e confermano di essere film per pochi.
Keith e A.J. sono due tipici studenti universitari tipici di quegli anni: fancazzisti col capello cotonato, giacca sintetica, con in testa solo di rimediare una scopatina; e pure ansiosi di entrare in una confraternita di imbecilli, per la quale devono procurasi una spogliarellista. I due però non hanno la macchina quindi la chiedono al ricco e sfigato yuppie nerd e asiatico (viva il politically correct al Fernet) Duncan, il quale s’accolla ai due elemosinando la loro amicizia almeno per una settimana. Insieme partono per cercare la donzella e finiscono nel locale “Dopo il buio” dove incontreranno l’imbranata cameriera Amaretto (Dedee Pfeiffer, sorellina di Michelle) e la bellissima e seducente Katrina (Grace Jones), che li folgorerà col suo numero da palco.
Se la trama ha un che di familiare…Sorpresa: il club è un locale di vampiri, dieci anni prima di Dal Tramonto all’Alba, per cui può darsi che Tarantino e soci abbiano preso appunti.
Vamp è un prodotto tipico di quegli anni: un cocktail colorato dal profumo di shampoo al sapore di cocco & tropici – oppure il contrario - con l’ombrellino di carta d’ordinanza e la cannuccia riccioluta. Un gusto per pochi, buono quando hai quindici anni, perché a quindici e un giorno ti spacchi di Jager Bomb.
In pratica, un mix di commedia bambocciona, horror anemico, un’orgia di luci caramellose rosse, verdi e rosa, un cast senza particolari stelle (e che han fatto di meglio altrove), a parte la cantante nera Grace Jones, che si distingue per il suo look arty e nude, dal viso sbiancato, i capelli rosso shock in anticipo su Milla Jovovich in il Quinto Elemento, e il body painting tribale, mentre si dimena sul palco con Seduction Surrender Longing Fix da lei realmente cantata.
Peccato che stia in scena in un pugno di scene, prima sfoggiando composizioni di abiti che sembrano usciti dalle copertine dei suoi ellepì, dopo sfoderando canini e unghioni e tutto il comparto di make-up prostetici che sono la vera gloria degli anni ’80 e che la CGI mi fa rimpiangere.
Meglio Salma Hayek qualche anno dopo in Dal Tramonto all’Alba, che con meno minutaggio e una canzone più tex-mex, fa bere la tequila a Tarantino dai suoi piedini.
Lui sì che ha preso appunti bene.
Per il resto non c’è molto altro, a parte una banda di teppe capitanate da Billy Drago con cappottone di pelle e chioma bianco platino compresi nel prezzo.
Al botteghino incassò 7 milioni di dollari; considerato che ne era costati 3, un successo.
A suo modo, uno specchio dei tempi; se dovessi dargli un voto per quello, 8 se lo prende. Come film di vampiri e commedia, invece…5. Meglio ripescare Ammazzavampiri.
Buoni Anni’80 a tutti. Io resto a 44 ancora un po’…
Nessun commento:
Posta un commento