Mimì - Il Principe delle Tenebre: Recensione del Film



Regia: Brando de Sica


Vedi Napoli…e poi mordi!

Leggenda narra che all’interno del chiostro minore della chiesa di Santa Maria la Nova di Napoli ci sia la tomba di Vlad III di Valacchia, l’uomo che assieme alla complicità di un’insalata di gamberi ha eccitato la fantasia di un impresario irlandese, tale Bram Stoker, che su quell’abbuffata poi ci scrisse un libro, Dracula. Potreste averne sentito parlare.

Come sia arrivato a Napoli, vi lascio il piacere di scoprirlo.
Come sia partito Brando De Sica da qui, lo sveliamo ora.

In una Napoli da suburra camorrista e molto di periferia, Mimì è un pizzaiolo orfano, solitario e introverso che soffre di acromegalia ai piedi. Il che lo rende bersaglio ideale di Bastianello, un cantante guappo, figlio di boss locale agonizzante in un polmone d’acciaio. Nel giro del guappo però c’è la goth, Carmilla minorenne dissociata e scappata di casa, che è convinta di essere una discendente di Dracula. Fra i due outsider scatterà un’attrazione che porterà Mimì ad affascinarsi al mondo dei vampiri, fino al punto di farsi limare i canini. Lui, che manco sapeva chi fosse Dracula. Mai visto un film di Dracula.

E timidamente confessa: “Io vado poco al cinema. Se ci vado, vado per ridere… Ma non rido…

Tanto da andare in videoteca a chiedere al commesso “il film di Dracula”, in una delle scene più genuine del film. Bravo, Brando, si vede che sei un cultore, dall’amore per l’horror che hai messo in bocca al commesso.


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Ed è a questo punto, che la storia che sembra la versione in pummarola di Lo chiamavano Jeeg Robot, prende la deriva horror di un Martin (Wampyr), con la stessa sfumatura della notte che segue il giorno, macchiandolo di sangue e canini.

Vedi Napoli…e poi muori. E mordi.

Brando De Sica, al secondo film – ma primo originale – esordisce con un suo soggetto co-sceneggiato con Ugo Chiti e Irene Pollini Giolai e fa la cosa giusta: trasmette l’ammmore per il cinema (anche horror), dimostrando che non basta studiarlo e citarlo, ma va anche assimilato. Mimì è curato nella fotografia e nella scelta della colonna sonora che va da Un giudice di De Andrè a Quei giorni insieme a te della Vanoni (rimando a Fulci). Probabilmente in casa De Sica il cinema è più che DNA; è una missione e mi chiedo se la scena del carro funebre sul lungomare non sia un piccolo omaggio a nonno Vittorio.

Domenico Cuomo è un Mimì fragile e freak il giusto, un nipotino al contrario del Martin di Romero, tenero nella sua cotta per Carmilla/Sara Ciocca darkettona con il look a là Mavis di Hotel Transylvania, ma con più chiaroscuri nel personaggio. Se nello stesso anno è anche Salmetta, la baby vampiretta di Un matrimonio mostruoso, qui Carmilla è già evoluta. Anche le vampire in pectore crescono, e non solo di canini.

Non resta che chiudere il cerchio: Brando, accaparrati i diritti per i diritti di Oscar Insanguinato e dirigi papà Christian e Fuck off the critics!

Promosso a pieni voti, anche dai maggiori festival.

Vedi Mimì…e poi Napoli.

Buona Visione.


Il film è disponibile in streaming sulla piattaforma CGtv.it distribuito on demand da CG Entertainment e da aprile disponibile in DVD

Trailer





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