Regia: John DeBello
Dimenticate la minaccia classica di zombie o alieni: con Il ritorno dei pomodori assassini, John DeBello riprende l’assurdità del primo capitolo e la porta a livelli ancora più deliranti.
Dopo il disastro raccontato in L' Attacco dei pomodori assassini! (1978), in cui pomodori geneticamente modificati seminavano il panico, il sequel ci trasporta dieci anni dopo, in un mondo che crede di aver sconfitto la minaccia… ma si sbaglia di grosso.
Chad, un ragazzo qualunque che lavora come cameriere, conduce una vita tranquilla fino a quando non scopre che il suo datore di lavoro, il diabolico Professor Gangreen, sta portando avanti un nuovo esperimento folle. Dopo il fallimento della prima invasione, il malvagio scienziato ha trovato un modo per aggirare ogni sospetto: invece di pomodori giganti e minacciosi, ha creato esseri umani artificiali perfetti… almeno in apparenza. Quando Chad realizza la portata del piano, si ritrova coinvolto in un’assurda battaglia per fermare un’orda di creature mutate, più pericolose che mai.
Visivamente il film abbraccia senza vergogna il trash anni ‘80: effetti speciali ridicoli, costumi improbabili e momenti di pura follia lo trasformano in una parodia vivente. Il punto di forza è la sua ironia metacinematografica, con personaggi che infrangono la quarta parete e momenti in cui il film si blocca per mancanza di budget, obbligando gli attori a raccogliere fondi con spot pubblicitari improvvisati.
Il film è un inno all’assurdo, con battute esagerate e trovate narrative che sfidano ogni logica. Con il tempo è diventato un cult, grazie anche alla presenza di un giovane George Clooney nei panni del co-protagonista.
Se amate il cinema demenziale che gioca con i cliché e non teme il ridicolo, questa è una visione obbligata.
Dopo la visione, forse guarderete la pizza con occhi diversi.
Buona visione,
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