Capitan Kronos – Cacciatore Di Vampiri: Recensione del Film



Regia: Brian Clemens


Sarò prevedibile come un discorso di Miss Italia sulla pace nel mondo: gli anni ’70 per la Hammer sono l’infornata migliore sul versante della creatività. Nonostante la fase calante, la casa inglese aumenta il tasso di tette e sangue e cerca idee alternative per trascinare il pubblico in sala.

Non tutte le tet...pardon, le ciambelle riescono col buco, ma certe gemme brillano ancora oggi dell’aura di cult da intenditori.

Il film di oggi invece è un Hammer che non è un Hammer.

Ammetto di averlo apprezzato ma trascurato (visto un paio di volte in diciotto anni che ho il DVD), ma mancava all’appello dei film della casa, per cui eccovelo tiè.

Dicevamo: la casa cerca idee altrove, nuove strade. Vampiri circensi? Andata. Vampiri in salsa di soia? Presa, spediamo Peter Cushing in Cina. Vampiri spadaccini? Ah.

Quando a Durward una fanciulla viene trovata emaciata e prosciugata della sua gioventù, il Dr. Marcus (John Carson) manda a chiamare il suo compagno d’armi Kronos (Horst Janson, recentemente scomparso), che si presenta assieme all’assistente gobbo Professor Grost e alla zingara Carla raccattata per strada (la sempre bella Caroline Munro). Kronos e Grost sono cacciatori di vampiri, i quali esistono in molte forme e che sembrano infestare il villaggio e avere una connessione con la famiglia di nobili locali…


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Kronos nasce dalla fantasia di Brian Clemens, che aveva già avuto la bella pensata di trasformare Jekyll in Barbara il mostro di Londra e che sembra essere l’uomo giusto per rivitalizzare il filone dei succhia sangue. Infatti, dopo aver visto i film di Dracula della casa ha concluso che il vero mostro era Van Helsing, scontato e prevedibile come Topolino nella sconfitta dei cattivi.

Quindi perché non reinventare la mitografia? UN eroe in stile Marvel, che dorme in una bara d’oro, duelli di spada e test anti-vampiro a base di rospi che risorgo al passaggio dei non-morti e fiori che appassiscono…E magari farne una serie di film, avventure a spasso nel tempo visto che ce l’ha scritto nel nome; Kronos, tempo…?

Le idee ci sono; il budget e la fiducia dei produttori no.
I tagli ai fondi impongono tagli e riscritture (come la bara d’oro), ma il risultato è comunque notevole.

Unire uno spadaccino teutonico occhiceruleo all’iconografia Hammer, partorisce un episodio apocrifo della saga dei Karnstein, che però cammina sulle sue gambe (quelle splendide di Carla, che si mostra anche nuda) grazie alle trovate dei rospi, dei duelli e dei metodi alternativi provati per uccidere i vampiri, che non vi racconto, ma che strappano un ghigno quantomeno per inventiva. L’aria inglese si respira: ci sono le cripte e i castelli, croci e altari, eppure sembra un film della Tigon per l’atmosfera più bucolica e l’eroe bello biondo e stronzo, quasi da western mancato, come lo straniero senza nome di Clint Eastwood. Il sigaro però c’è.

Il vero torto al film l’ha fatto Michael Carreras abbandonando il film al suo destino, con distribuzione limitata, e solo due anni dopo, quando ormai i presupposti di farne una serie erano sfumati. Ma se Kronos è tramontato in fretta, Padre Tempo è stato un giudice migliore. Un film così non invecchia per il passare degli anni, può solo cambiare la percezione del genere horror che oggigiorno non corrisponde assolutamente più quelle dell’ epoca.

Le avventure di Kronos sono proseguite a fumetti per qualche puntata e l’uscita in altri supporti, tra cui il bel cofanetto blu-ray ad edizione limitata uscito di recente hanno finalmente vinto il duello col tempo.

Nell’attesa che spunti qualche serie televisiva dove campeggi il logo con la “K” rossa, posso consigliarvi di recuperarlo e rendere giustizia a questo altrove.

Bizzaro, ma col cuore al posto giusto (per il paletto o la lama).

Buona visione



Trailer




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