BREVE SINOSSI
ANALISI E PARERE PERSONALE
The Substance è un film del 2024 diretto da Coralie Fargeat, nota per il suo approccio innovativo al genere body horror. La pellicola vede come protagoniste Demi Moore nel ruolo di Elisabeth Sparkle e Margaret Qualley nei panni di Sue, affiancate da Dennis Quaid. Il film è stato presentato in anteprima al 77º Festival di Cannes, dove ha ricevuto il premio per la Miglior Sceneggiatura. In Italia, The Substance è stato distribuito nelle sale cinematografiche a partire dal 30 ottobre 2024.
La trama segue Elisabeth Sparkle, un'ex diva del cinema che, nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, viene licenziata dal suo produttore a causa della sua età. Profondamente scossa, Elisabeth scopre una sostanza misteriosa che promette di restituirle giovinezza e bellezza. Decide così di utilizzarla, generando una versione più giovane di sé stessa, chiamata Sue. Tuttavia, la convivenza tra le due identità porta a conseguenze inaspettate e inquietanti, esplorando temi come l'ossessione per l'eterna giovinezza e le pressioni sociali sull'aspetto fisico. The Substance è stato accolto positivamente dalla critica per la sua potente rilettura femminista del body horror e per le interpretazioni intense del cast principale.Trama
La trama si distingue per la sua originalità e profondità tematica, offrendo una rilettura potente e contemporanea del body horror. Il film affronta questioni universali come l'ossessione per l'eterna giovinezza, il narcisismo e le pressioni sociali legate all'apparenza, ma lo fa attraverso una narrazione ricca di sfumature emotive e simbolismi. La scelta di concentrarsi sul rapporto tra Elisabeth, un’ex diva del cinema, e la sua versione più giovane, Sue, crea una tensione emotiva che tiene lo spettatore incollato allo schermo.
La sostanza misteriosa, che funge da elemento scatenante della trama, diventa una metafora potente delle conseguenze di inseguire standard irraggiungibili, con implicazioni sia personali che sociali. La dualità tra le due protagoniste non solo rappresenta il conflitto interiore di Elisabeth, ma offre anche una riflessione critica sul desiderio di cancellare il tempo a discapito della propria identità.
Un elemento di grande forza è il modo in cui la regista Coralie Fargeat utilizza il linguaggio visivo per enfatizzare il cambiamento e la disgregazione: dai dettagli corporei inquietanti alle atmosfere oppressive, il film trasmette un senso di disagio crescente. Questo si sposa perfettamente con il genere body horror, ma lo eleva grazie a un approccio femminista e psicologico.
Demi Moore e Margaret Qualley offrono interpretazioni straordinarie, creando una chimica che rende credibile e avvincente il confronto tra due facce della stessa persona. La tensione tra i personaggi non è solo fisica ma anche psicologica, e si riflette in dialoghi incisivi e in una narrazione che non perde mai il suo ritmo.
The Substance potrebbe essere accusato di essere talvolta troppo ambizioso, introducendo temi e sottotrame che avrebbero potuto essere sviluppati con maggiore profondità. Tuttavia, questo non sminuisce l'impatto complessivo del film, che riesce a bilanciare spettacolo e riflessione in modo coinvolgente.
In definitiva, è un'esperienza cinematografica unica, capace di intrattenere, inquietare e far riflettere, restando con lo spettatore ben oltre i titoli di coda.
Pur essendo un’opera originale e profondamente coinvolgente, The Substance non è privo di difetti nella sua struttura narrativa. La trama, sebbene intrigante e ben costruita nei temi principali, soffre di alcuni buchi che lasciano questioni irrisolte o mal definite.
Ad esempio, l’origine e la natura della misteriosa sostanza non vengono mai spiegate a fondo, lasciando lo spettatore a chiedersi quale sia il suo vero scopo o perché possieda tali proprietà trasformative. Sebbene questa scelta possa essere vista come un espediente per mantenere un’aura di mistero, risulta anche frustrante per chi cerca risposte più concrete nel corso della visione.
Inoltre, il conflitto tra Elisabeth e Sue, per quanto emotivamente intenso, a tratti manca di coerenza nello sviluppo. Alcune dinamiche tra i due personaggi vengono introdotte e poi lasciate in sospeso, come se la sceneggiatura non avesse il tempo di esplorarle appieno. Questo problema si estende anche ad alcuni personaggi secondari, che appaiono funzionali alla trama ma privi di un vero arco narrativo o di motivazioni chiare.
Un ulteriore punto debole riguarda la conclusione del film, che risulta ambigua e lascia aperte troppe interpretazioni. Se da un lato questo può stimolare il dibattito tra gli spettatori, dall’altro rischia di apparire come una mancanza di risoluzione, rendendo l’esperienza meno soddisfacente per alcuni.
Nonostante queste criticità, il film riesce comunque a catturare l’attenzione grazie alla sua audacia e alla potenza delle interpretazioni, oltre che al forte impatto visivo. Se i buchi di trama e i punti poco chiari fossero stati affrontati con maggiore cura, The Substance avrebbe potuto essere un capolavoro del genere. Così com'è, rimane un’opera affascinante ma imperfetta, che stimola riflessioni profonde nonostante alcune scelte narrative discutibili.Personaggi
I personaggi sono uno degli aspetti più significativi del film, con interpretazioni potenti che danno profondità alla storia.
Elisabeth Sparkle (Demi Moore)
Elisabeth è il cuore pulsante del film, un’ex diva del cinema alle prese con l’invecchiamento e il rifiuto dell’industria che l’ha resa famosa. Demi Moore offre un’interpretazione intensa e vulnerabile, catturando con grande efficacia il conflitto interiore di Elisabeth: il desiderio di restare rilevante e l’angoscia di perdere se stessa. Tuttavia, il personaggio soffre di una scrittura che talvolta si appoggia troppo su stereotipi legati all’ossessione per la giovinezza, senza approfondire adeguatamente altri aspetti della sua personalità o del suo passato. Alcune sue scelte appaiono affrettate, come il ricorso alla misteriosa sostanza, che avviene senza un’esplorazione più profonda delle sue motivazioni psicologiche.
Sue (Margaret Qualley)
Sue, la versione giovane di Elisabeth creata dalla sostanza, è un personaggio enigmatico e affascinante. Margaret Qualley riesce a trasmettere un mix di innocenza e inquietudine, rendendo Sue una figura allo stesso tempo seducente e pericolosa. Il personaggio risulta meno stratificato rispetto a Elisabeth: la sua natura e il suo scopo non vengono mai chiariti del tutto, e il suo sviluppo sembra subordinato al conflitto con Elisabeth piuttosto che a una sua evoluzione autonoma. Questo limita il potenziale del personaggio, che avrebbe potuto rappresentare una riflessione più incisiva sul tema dell’identità e della rivalità interiore.
I personaggi di contorno, tra cui il produttore Dennis Quaid e altri individui della sua cerchia professionale e personale, servono principalmente come catalizzatori per la trama, ma mancano di spessore. Questi personaggi sono funzionali e spesso bidimensionali, offrendo poche opportunità per comprendere meglio il mondo di Elisabeth o le dinamiche dell’industria cinematografica che il film sembra voler criticare.
Uno dei punti deboli principali è che i personaggi secondari non contribuiscono abbastanza a sostenere i temi del film, lasciando tutto il peso narrativo sulle spalle di Elisabeth e Sue. Questo crea un microcosmo narrativo che, sebbene emotivamente coinvolgente, a tratti sembra eccessivamente chiuso e limitato.
In definitiva, i personaggi di The Substance sono resi vivi dalle straordinarie performance di Demi Moore e Margaret Qualley, ma soffrono di una scrittura che si concentra maggiormente sull’impatto visivo e tematico piuttosto che sull’approfondimento psicologico. Con una maggiore attenzione al loro sviluppo, il film avrebbe potuto creare un legame emotivo ancora più forte con lo spettatore.Prova recitativa
Le interpretazioni degli attori sono uno degli elementi più forti del film, capaci di aggiungere profondità emotiva e complessità ai personaggi. La recitazione si rivela un pilastro fondamentale, anche laddove la sceneggiatura presenta alcune lacune.
Demi Moore (Elisabeth Sparkle)
La performance di Demi Moore è straordinaria, forse una delle migliori della sua carriera. Nei panni di Elisabeth Sparkle, Moore riesce a catturare la vulnerabilità di una donna che lotta con il passare del tempo, affrontando il rifiuto dell’industria che un tempo la venerava. La sua interpretazione è carica di pathos e autenticità, rendendo Elisabeth una figura profondamente umana, nonostante le sue scelte discutibili. Moore si muove con maestria tra momenti di fragilità emotiva e atti di determinazione quasi disperata, donando al personaggio una tridimensionalità che supera i limiti della scrittura. La sua presenza scenica è magnetica, e il dolore sottile che trasmette attraverso sguardi e silenzi rende ogni scena in cui è presente intensa e indimenticabile.
Margaret Qualley (Sue)
Margaret Qualley offre una prova convincente, ma meno incisiva rispetto a Moore. La sua interpretazione di Sue è intrigante e ricca di sfumature: riesce a trasmettere un’energia ambigua, un misto di innocenza e pericolosità che mantiene viva la tensione narrativa. Tuttavia, il personaggio, a causa della scrittura meno sviluppata, non le permette di brillare quanto potrebbe. Qualley si impegna a rendere Sue un contrappunto interessante a Elisabeth, ma non sempre riesce a rendere giustizia al potenziale psicologico della sua controparte più giovane.
Dennis Quaid e gli altri interpreti secondari svolgono il loro ruolo in modo competente, ma senza lasciare un segno memorabile. Quaid in particolare appare sottoutilizzato, nonostante il suo carisma e la sua esperienza. I personaggi di supporto non sono scritti in modo abbastanza ricco da permettere agli attori di emergere, e questo limita l’impatto complessivo delle loro interpretazioni.
La forza delle interpretazioni principali è evidente, ma il film avrebbe potuto beneficiare di una maggiore omogeneità nel cast. Demi Moore si erge nettamente sopra gli altri, mentre Margaret Qualley si avvicina, ma con meno impatto. Il cast secondario, pur adeguato, manca di momenti significativi per arricchire il racconto o sostenere i temi centrali del film.
The Substance trova il suo cuore nella performance di Demi Moore, che eleva il film e lo rende emotivamente coinvolgente. La sua capacità di incarnare le complessità di Elisabeth è ciò che resta impresso, dando al film un'anima che compensa alcuni dei suoi difetti strutturali.Ambientazione
L’ambientazione di The Substance è uno degli aspetti più intriganti e visivamente affascinanti del film, capace di amplificare il senso di disagio e alienazione che permea la storia. Il lavoro della regista Coralie Fargeat e del team di produzione riesce a creare un universo stilisticamente coeso, ricco di simbolismi e riferimenti cinematografici, ma non privo di criticità.
Il film alterna ambientazioni opulente e fredde, come la dimora moderna e lussuosa di Elisabeth, a spazi angusti e claustrofobici che riflettono il crescente senso di isolamento e conflitto interiore del personaggio. Ogni ambiente sembra progettato per rispecchiare lo stato mentale della protagonista: gli spazi aperti e asettici sottolineano la sua solitudine, mentre i luoghi più cupi e soffocanti accentuano la trasformazione e il deterioramento emotivo e fisico innescato dalla misteriosa sostanza.
L’uso di luci al neon e tonalità contrastanti, con una predominanza di rossi e blu, richiama visivamente il cinema di Nicolas Winding Refn (The Neon Demon), creando un’estetica accattivante e disturbante.
The Substance si inserisce nella tradizione del body horror con chiari richiami a opere iconiche del genere. L’influenza di La mosca (1986) di David Cronenberg è palpabile, soprattutto nella rappresentazione delle trasformazioni corporee e nel modo in cui queste diventano un’estensione delle ansie interiori. La critica alla società ossessionata dalla perfezione estetica e dal controllo sul corpo richiama anche Black Swan (2010), con il suo approfondimento psicologico di un’identità frammentata. Inoltre, le scene in cui Elisabeth si confronta con Sue ricordano visivamente e tematicamente Persona (1966) di Ingmar Bergman, con la sua esplorazione della dualità e dell’interdipendenza tra due donne che rappresentano due facce della stessa medaglia.
The Substance incorpora omaggi visivi e tematici a film iconici come Shining e Carrie – Lo sguardo di Satana, arricchendo ulteriormente la sua ambientazione e profondità narrativa. In particolare, l'uso di corridoi dall'architettura labirintica e la scelta di pattern per la moquette che ricordano quelli dell'Overlook Hotel creano un senso di inquietudine e isolamento, amplificando la tensione psicologica. Questi elementi non solo omaggiano il classico di Kubrick, ma sottolineano anche la discesa nella follia della protagonista, Elisabeth, parallela a quella di Jack Torrance.
La pellicols contiene riferimenti significativi a Carrie – Lo sguardo di Satana, soprattutto nel climax del film. La scena culminante, che vede Elisabeth in un momento di violenza catartica, richiama la sequenza iconica del ballo scolastico, dove la protagonista, umiliata, scatena i suoi poteri telecinetici. Questo parallelismo evidenzia temi comuni di emarginazione, vendetta e la lotta contro le aspettative oppressive della società.
Sebbene questi omaggi arricchiscano l'esperienza visiva per gli appassionati del genere, alcuni spettatori potrebbero ritenere che l'eccessiva dipendenza da riferimenti a opere precedenti possa distogliere l'attenzione dalla narrazione originale di The Substance.
L’ambientazione di The Substance è senza dubbio uno degli elementi più distintivi del film, arricchito da riferimenti intelligenti a capolavori iconici che aggiungono profondità alla visione. Tuttavia, il film a volte sembra troppo concentrato sulla creazione di un’estetica visivamente memorabile, trascurando di utilizzare appieno lo spazio come strumento narrativo.Conclusione
The Substance si rivela un’esperienza cinematografica affascinante e inquietante, capace di rielaborare i temi classici del body horror attraverso una lente contemporanea e femminista. La regia audace di Coralie Fargeat, combinata con la straordinaria interpretazione di Demi Moore, eleva il film, rendendolo un'opera memorabile nonostante alcune lacune nella sceneggiatura e nella coerenza narrativa.
Pur soffrendo di buchi di trama e qualche punto poco chiaro, The Substance riesce a mantenere alta la tensione e a tenere lo spettatore incollato grazie a un’estetica ricercata, un’ambiziosa esplorazione tematica e un sapiente uso di riferimenti a classici del genere . È un film che divide, costringendo il pubblico a riflettere su questioni profonde legate all'identità, all'ossessione per la perfezione e alle pressioni sociali.
Imperfetto ma audace, The Substance è un viaggio viscerale e visivamente potente, che lascia un segno duraturo e dimostra come il cinema horror possa ancora spingere i confini del genere. Una visione consigliata per chi cerca un’esperienza cinematografica provocatoria e fuori dagli schemi.PUNTI DI FORZA
Demi Moore e le interpretazioni attoriali
Estetica visiva e atmosfera
Tematiche profonde e riflessive
PUNTI DEBOLI
Buchi di trama
Sviluppo dei personaggi secondari
Dipendenza dai riferimenti ad
altri film
Buona visione!
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