Autore: Paola Barbato
Signore e Signori, ecco il ritorno di Paola Barbato, dopo l’ultimo romanzo del 2022, La Cattiva Strada.
Editore diverso (Neri Pozza, esordio per questo sodalizio), ma stessa Paola verrebbe da dire, dato che ormai un suo libro cominci a riconoscerlo anche se non ci fosse scritto il nome in copertina.
Brevemente la trama. Mara Paladini qualche anno fa ha quasi ucciso il marito e i figli, dopo aver somministrato loro una dose troppo elevata di veleno. In realtà per la donna questa pratica era abbastanza comune, vista la sua malattia che la “costringe” ad avvelenare le persone care per potersene poi prendere cura. Scontata la pena, la donna inizia molto difficoltosamente una nuova vita all’interno della sua torre di avorio, fin quando scopre al piano di sopra il cadavere di un uomo ucciso nello stesso modo in cui lei avvelenò i suoi cari. Da quel momento inizia il panico.
Un panico che avvolge il lettore pagina dopo pagina, conducendolo per mano verso l’intrigo di situazioni e colpi di scena che coinvolgeranno la protagonista e le persone che, suo malgrado, si troveranno a gravitarle attorno. Un ritmo quindi coinvolgente che, per quanto mi riguarda, viene lievemente spezzato da capitoli un po’ più lunghi rispetto a quanto ci aveva abituato la scrittrice nei suoi lavori precedenti. Ma si tratta di una preferenza puramente personale che non intacca assolutamente il lavoro complessivo che, come dicevo sopra, ricalca perfettamente lo stile della Barbato, anche con quei passaggi in corsivo a rappresentare ciò che non si può/vuole dire, che ormai possiamo considerare un vero marchio di fabbrica.
Mara/Mariele (scegliete voi quella che vi affascina di più) è sicuramente un personaggio vincente, di quelli con cui riesci a familiarizzare senza troppa fatica e a cui tendi a giustificare anche ciò che in realtà non lo sarebbe. Questo probabilmente riesce anche grazie al come ci viene presentata, dando il giusto spazio alla narrazione, ma concentrandosi anche su quelle sfaccettature del carattere che riescono a mettere in campo contemporaneamente il suo lato più oscuro e cinico, insieme a quello più fragile ed insicuro, che la tiene sempre in bilico a combattere tra il desiderio di resa verso la redenzione e la voglia di guadagnarsi la libertà definitiva. Le sue ex compagne di istituto non sono da meno, andando a creare un gruppo bello incasinato ma completo, all’interno del quale il focus sui rapporti interpersonali non manca di certo e aiuta nel godere della lettura.
Parte conclusiva bella adrenalinica e che si fa terminare in un lampo, con quel finale in cui la Barbato si concede un bello schiaffetto al lettore, ma che assolutamente resta coerente con la narrazione ed il personaggio. Belle anche le biografie conclusive di chi non ce l’ha fatta.
Bentornata quindi Paola, e alla prossima.
Buona lettura,
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