Nosferatu (2024): Recensione del Film



Regia: Robert Eggers

Thomas Hutter è un giovane avvocato che, nella Germania del 1838, viene mandato dal suo capo Knock, sulle montagne della Transilvania, nei Carpazi, per finalizzare la vendita di una proprietà al misterioso Conte Orlok. La giovane moglie Ellen, non vorrebbe, ma Thomas vede il viaggio come l’opportunità per costruire un futuro della sua nuova famiglia. Ellen, ospitata dall'amico di famiglia Fredrich e sua moglie Anna, inizia a vedere la creatura nei suoi sogni e nei suoi incubi.

Una prima impressione su "Nosferatu" di Robert Eggers già noto per The Witch (2015), The Lighthouse (2019) e The Northman (2022) che torna e reinterpreta con maestria un classico del cinema espressionista del 1922 di Murnau. Con una visione fresca e avvincente ci racconta una storia senza tempo.

Inizio parlando degli attori.

Bill Skarsgård è il Conte Orlok. Un'interpretazione che incarna perfettamente l'essenza inquietante e misteriosa del vampiro facendomi anche tirare un sospiro di sollievo dopo averlo visto nel film "The Crow".
Una Straordinaria Lily-Rose Depp che interpreta Ellen Hutter. Una performance la sua davvero intensa e convincente, rappresentando un personaggio forte e determinato. Da applausi.
Nicholas Hoult interpreta Thomas Hutter. Già amato nell'ultimo film di Eastwood, ci regala una rappresentazione solida del marito devoto, la cui curiosità lo conduce in un mondo oscuro. Grande prova attoriale.
Aaron Taylor-Johnson è Friedrich Harding. Aggiunge una presenza significativa come amico e collega di Thomas facendomi quasi dimenticare quella specie di film "Kraven" dove sembrava esser passato lì per caso da come recitava.
Emma Corrin nel ruolo di Anna Harding. Un personaggio secondario con poco spazio sullo schermo ma una performance davvero notevole.
Willem Dafoe ovvero Professor Albin Eberhart Von Franz. Beh Dafoe è Dafoe, interpreta un personaggio sopra le righe ma senza mai sembrare ridicolo.


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La fotografia, curata da Jarin Blaschke è a dir poco straordinaria. Ogni inquadratura è composta con precisione tanto da sembrare delle vere e proprie opere d'arte. Luci e ombre per creare un'atmosfera incredibilmente gotica che rende omaggio all'originale espressionista del 1922 con quei super primi piani sui personaggi e panoramiche sulla città tanto da farla sembrare quasi abbandonata e rassegnata alla malvagità del "non morto". Le ambientazioni sono ricostruite con scenografie curate con dettagli meticolosi che catapultano lo spettatore nella Germania del 1838 che si ha quasi la sensazione di poter avvertire il freddo sulla strada per il castello e il calore delle fiaccole, percepire lo sporco dei vicoli della città e persino sentire gli odori del villaggio degli zingari durante i loro riti. La colonna sonora, composta da Robin Carolan, è meravigliosamente inquietante e suggestiva, tanto da amplificare la tensione e l'emozione in ogni scena.

Eggers ci regala una pellicola che parla di vita, di morte, amore e desiderio, scontro tra scienza e il soprannaturale con dialoghi mai banali o retorici.

In conclusione devo ammettere che inizialmente ero scettico all'idea che venisse toccato un capolavoro come "Nosferatu" ma Robert Eggers combina elementi classici con una visione moderna e questa pellicola è una vera e propria esperienza cinematografica, avvincente e memorabile. La cura per i dettagli, le performance attoriali e l'atmosfera creata rendono questo remake un omaggio rispettoso e innovativo al capolavoro originale. 
Da rivedere più volte ma posso già dire che sicuramente sarà uno dei film migliori di questo 2025. Non il migliore del regista, secondo me, ma porca miseria ne uscissero più spesso film di questo calibro, andremmo al cinema ancora più volentieri.



Trailer



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