Regia: Chris Sanders
Già altri film di animazione avevano incentrato la storia sull'interazione tra un robot o un’intelligenza artificiale e gli umani; tuttavia le ultime frontiere prendono in considerazione la controparte animale.
Se Il mio amico robot dell'anno scorso contestualizza il legame in ambiente urbano, Robot Selvaggio, come ben evidenzia il titolo, ambienta la storia in un habitat non civilizzato dalla presenza dell'uomo.
Non trovando il destinatario fortunato del suo servizio, il droide protocollare ROZZUM 7134 non demorde e attiva tutte le potenzialità che il suo sistema operativo offre per integrarsi in una comunità che provvede benissimo da sola alle sue esigenze. Mentre vaga in un ambiente per nulla antropomorfizzato, quasi un cast away cibernetico, l'opportunità di svolgere un compito le viene offerta da un esemplare che si trova al momento in uno stato totale di bisogno: un cucciolo.
Le istruzioni da seguire sono poche ed il droide, la cui testardaggine è sicuramente un errore di programmazione, bypassa molti dei suoi codici per fronteggiare ogni avversità di un compito per cui non esiste una progettazione ad hoc: la maternità.
Sebbene siano i più piccoli i destinatari di questa storia commovente, tenera e con sicuro happyending, anche gli adulti vengono toccati dal messaggio di generosità, solidarietà, tolleranza che manca soprattutto nel mondo dei più maturi.
Affrontare le difficoltà insieme, come solo un animale sociale qual è l'uomo, potrebbe, superando le differenze, le invidie e le diffidenze iniziali, sarebbe la semplice ricetta per fronteggiare qualsiasi evento. Accettare di essere il problema e sacrificarsi, penso che comunque resti la stringa più coraggiosa della mancata programmazione dell'agire umano.
Buona visione,
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Diva Artemide
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