Regia: Andrea Bajani
In un paese che non è luogo, ma curve per andarsene; dove la chiesa inghiotte e dal cimitero si tengono distanze; dove nei bar siedono sguardi vuoti e sulle panchine sostano risate di scherno… un bambino senza nome passa sperando di non essere visto. Tutti i giorni. Sulle spalle uno zaino-paracadute, si nutre di cibo insapore ed allunga la mano per assicurarsi di non aver lasciato indietro il suo piccolo, peloso e tremante dolore. Si rifugia nel bosco, vede i dolori degli altri, talvolta dal pelo morbido e dal passo insicuro e altre coperti di polvere, arruffati e con la bava alla bocca. Arrabbiati. Abbandonati. Nascosti.
E vede lei, la bambina sottile che fugge, racconta, accarezza, accoglie e svanisce.
Questa è la storia.
Una fiaba? Forse. O forse no.
Solo un bambino? No. Tutti noi.
Guardateci bene dentro. Seguite attentamente ogni parola. Lasciatevi sprofondare in questa fiaba, dentro di voi e non abbiate paura di quella presenza al vostro fianco. Quel dolore peloso che si nasconde alle vostre spalle o che senza briglie aggredisce il passante, o l’amico e che ci fa essere spaventati, aggressivi, asociali.
Accarezzatelo.
Ascoltatelo.
Siate clementi con i dolori degli altri anche se il loro pelo è grigio e ispido, anche se ringhia. Basta poco.
Una carezza. Una condivisione.
E la vita vi sorprenderà.
Il libro più dolce e poetico letto fino ad ora.
Sembra non raccontare nulla eppure… dice tutto.
Tutto di noi.
Buona lettura,
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