L'Amore Secondo Kafka: Recensione del Film



Regia: Georg Maas, Judith Kaufmann


Uscito in occasione del centenario della morte, il film propone gli ultimi anni di vita dell'autore tedesco affetto da tubercolosi.

Vengono citati alcuni dei passaggi dei romanzi che decreteranno la fama, postuma, del letterato che però non desidera affatto la sopravvivenza delle sue opere, che restano in fase di bozza, custoditi nel mobilio, e che affida all'amico caro con la raccomandazione di bruciare tutto alla sua morte.

Da sempre l'uomo desidera sconfiggere la morte; e non potendolo fare fisicamente, ci riesce sul piano della memoria, dell'arte. In un uomo gracile e debole, la definizione di imperfezione e limitatezza per eccellenza, come Kafka, questa spinta dovrebbe essere inversamente proporzionale all'aspettativa di vita, di cui è conscio essere inferiore a quella di tanti coetanei. Ed invece, annichilito dalla vita avversa, riversa le sue angosce nella scrittura.


Acquista su Amazon


I protagonisti dei romanzi sono una parte e un momento della personalità dell'autore, una fotografia di un episodio o di un aspetto di vita vissuta. Forse, chiedendo all'amico di distruggere tutto, sperava di non propagare oltre la sua sofferenza e inadeguatezza, il dolore e la solitudine. Se questo desiderio sarà stato esaudito certo non avremo uno dei padri del modernismo, che presta addirittura il nome ad una “situazione” dalla quale ci si tiene a debita distanza.

La compagna che Kafka sceglie e conquista per affiancarlo fino alla fine non può che essere forte, moderna, intelligente e solare. Archiviato il primo conflitto mondiale, le persone possono finalmente tornare alla vita, riabituarsi alla socialità, inseguire i propri sogni ed obbiettivi. Il corteggiamento è breve e intenso, ma allo stesso tempo delicato e composto, come le regole sociali di inizio Novecento imponevano. La delicatezza del gesto, della frase, romantica, gentile, stridono con il dramma della malattia che condanna.

L'attore finisce con il recitare solo con sussurri, sguardi e movenze perchè l'infezione si è espansa tanto da compromettere prima i polmoni e poi la gola, che pian piano si atrofizzano. Singolare il fatto che in una storia, come da titolo, la parola “amore” non venga mai pronunciata ma risuoni tonante nella testa degli spettatori, ascoltandone la definizione, proposta con la citazione che avrei preferito fosse stata in lingua originale, per meglio assaporarne il lessico e il costrutto.

VOTO: 9

Buona visione,

Diva Artemide


Trailer




Lasciate un commento, oh voi che leggete...
Per non perdervi neanche una recensione, seguiteci qui 😉:

     

Nessun commento:

Posta un commento