Friedkin Uncut - Un Diavolo Di Regista: Recensione Del Documentario




Regia: Francesco Zippol

Il Mabuse Cineclub si è prodigato di inaugurare una serie di proiezioni estive al Castello dell’Imperatore in piazza Santa Maria delle Carceri a Prato, tra cui una rassegna di alcune opere del maestro William Friedkin. E, a pochi giorni dopo il primo anniversario della sua scomparsa, una delle serate è stata lo scenario per la visione di Friedkin Uncut - Un Diavolo di Regista (Friedkin Uncut, Francesco Zippel, 2018): un viaggio nella mente di colui, che è stato capace di spaziare tra vari generi (dall’horror al thriller poliziesco) e di lavorare in più settori culturali.


Scritto, diretto e montato da Francesco Zippel, il documentario Friedkin Uncut espone e spiega chiaramente a tutto il pubblico (dallo spettatore più esperto a quello profano) chi è, anzi chi era, Friedkin e come era solito lavorare sia prima che durante la realizzazione di ogni suo film.


In breve tempo diventa impressionante il suo modo di costruire un film su ogni livello, a cominciare da quello più teorico attraverso una meticolosa ricerca di documenti d’archivio (fonti storiche, notizie, etc), fino a quello pratico dal casting di interpreti perlopiù sconosciuti alla consulenza costante di professionisti (detective di polizia, etc). Inoltre, nella messa in scena dei suoi film si è sempre dedicato alla ricerca spasmodica non di una perfezione patologica bensì di una spontaneità quanto possibilmente più possibilmente efficace all’occhio dello spettatore. Infatti, Friedkin non era solito eseguire centinaia di ciak per una singola scena, ma era più propenso a un “buona la prima”.


Acquista su Amazon

Nel corso della sua carriera si è rivelato un artista versatile, iniziando a lavorare nella televisione per abbracciare, poi, la passione per il cinema che lo spingerà a lanciarsi nella regia di opere cinematografiche (dal cult L’Esorcista al flop Il Salario Della Paura e via discorrendo), prodotti televisivi (ad esempio, il film per la televisione La Parola Ai Giurati del 1997), documentari (tra cui una sua intervista al maestro Fritz Lang nel 1974), clip musicali e persino spettacoli teatrali.


Infine, è possibile apprendere la sua filosofia morale, soprattutto uno dei temi a lui caro (la coesistenza conflittuale tra bene e male nell’essere umano), e il suo modo di concepire l’arte a tutto tondo, soprattutto il cinema, ascoltando non solo le proprie dichiarazioni, ma anche le testimonianze di chi ha lavorato con lui, di chi ne ha analizzato le opere e delle personalità più note che lo hanno conosciuto da vicino (da Ellen Burstyn a Willem Dafoe, da Quentin Tarantino a Walter Hill, e via dicendo).


Buona visione.


Trailer



Lasciate un commento, oh voi che leggete...
Per non perdervi neanche una recensione, seguiteci qui 😉:

     

Nessun commento:

Posta un commento