Autore: Stephen King
Leonard Cohen cantava You Want It Darker, poi è arrivato un arzillo scrittore del Maine, ne ha cambiato il verbo in You Like it Darker e ha sfornato la sua nuova antologia di racconti. A noi è piaciuta questa sfumatura di King? Nel complesso, sì.
Le antologie dello Zio Steve, sono dei piccoli bazar (dei brutti sogni, of course), dove brillano storie di varie forme e interesse. Piccole palestre di scritture dove il nostro compone, abbozza, omaggia maestri e amici, cesella, ripesca lavori incompiuti e li espone per noi.
Il nostro è ormai un settantasettenne, un maturo scrittore e nonno. L’autunno della sua vita si riflette su quest’ultima fatica – anche se preghiamo sempre che la sua estate indiana duri a lungo – con delle tinte dorate che fanno da minimo comune denominatore alle storie. Molti dei protagonisti sono uomini pensionati o di mezz’età, con cicatrici nell’animo e viene da chiedersi quanto lo scrittore diventi i suoi personaggi, se vale la regola di scrivere di ciò che si conosce.
Ma lo Zio Steve non è un uomo comune, visto che riesce a fare di spunti visti durante la passeggiata mattutina un mini romanzo come il racconto Serpenti a Sonagli, che è pure il sequel di Cujo, dato che torna anche uno dei protagonisti, del romanzo. Invecchiato e alle prese con…un passeggino infestato. In mano ad altri sarebbe una stronzata, ma sotto la sua prosa riesce ad evitare il filo del ridicolo, parlando del dolore e del ricordo. Poi il fatto che si parli di serpenti, mi fa trovare l’argomento raccapricciante ex se.
L’altro mini romanzo (per durata di pagine) presente nel libro, il racconto dove King fa centro - facendoti divorare le pagine e pregando che non finiscano mai-, è L’incubo di Danny Coughlin, storia del tizio omonimo, che sogna il cadavere di una ragazza in una stazione di servizio abbandonata dove lui non è mai stato; per togliersi il pensiero, andrà a controllare e farà la denuncia anonima, anche se nel 2024 è molto più facile venir beccati. E cosa succede se l’ispettore incaricato è convinto al 1000% della tua colpevolezza, non crede ai tuoi sogni ed è un ossessivo compulsivo? Ce lo spiega King presentandoci l’ispettore Jalbert, uomo tarato e disturbato - non rivelerò da cosa – e splendidamente tratteggiato dallo Zio come non faceva da tanto. Uno di quei personaggi in bilico, che vediamo sprofondare nel gorgo delle sue tare con il naso incollati alla pagina.
La storia migliore del lotto.
Le altre passano dal tono malinconico e retrò di Due bastardi di talento, racconto di amicizia e un segreto, al breve e graffiante Il Quinto passo, racconto di una confessione ma non di redenzione, a quelli dal sapore Mathesoniano, come Lo Schermo Rosso e L’esperto di turbolenze, che avrebbe meritato più sviluppo.
Ritroviamo la zampata del maestro in I Sognatori, riguardante il sonno che genera mostri e alcuni bozzetti come Willy lo Strambo e Finn, che vengono salvati dai personaggi sopra le righe che King è bravo a creare, mentre Laurie e Lungo Slide Inn Road sono un’ulteriore quota Terza Età che non aggiungono molto al prodotto se non la conferma che okkey Zio, sei sempre bravo a scrivere ma di ciccia ce n’è pochina, però grazie lo stesso del pensiero.
Meglio allora la conclusione affidata al ripescaggio del giovanile L’Uomo delle risposte, iniziato a trent’anni e compiuto adesso, grazie all’interessamento del nipote – chi non vorrebbe avere King come nonno? – una favola dove si legge in filigrana la filosofia dell’autore: non fare domande inutili, o peggio di cui dentro di te sai già la risposta. Ci sono domande che non ce l’hanno.
Un lungo tramonto in Florida (ambientazione ricorrente in più racconti), questa antologia, fatta di bagliori dorati e tinte arancioni che ci avvolgono come una coperta familiare, con le ombre che si allungano sullo sfondo, sempre più scure, dove la fantasia di King le intorbidisce come sa fare lui.
E come piace a noi.
Buona lettura, fedeli lettori (qui il libro)
Nessun commento:
Posta un commento