Un Animale Selvaggio: La Recensione del Libro



Autore: Joël Dicker


Quando esce un nuovo Dicker, per il lettore affezionato è sempre festa, e così è stato pure per Un Animale Selvaggio (Un Animal Sauvage, titolo originale), uscito qui da noi nel 2024 sempre edito da La Nave di Teseo.

Dopo l’ultima uscita di 2 anni fa, Il Caso Alaska Sanders, c’era gran curiosità per vedere se lo scrittore svizzero avesse mantenuto i suoi già elevati standard e, anzi, avesse avvicinato quelli elevatissimi de L’Enigma della Camera 622 (ad oggi il mio preferito). E devo ammettere che ancora una volta, dopo aver terminato la lettura, la parola delusione proprio non ne vuole sapere di farsi vedere.

Brevemente la trama. Impossibile riassumerla in poche righe, ma ci proviamo. Due famiglie, una vita apparentemente tranquilla, ma con troppi scheletri nell’armadio. Man mano che questi cominceranno a farsi sempre più ingombranti, l’equilibrio verrà a mancare. Rapine, bugie, risse, intrecci amorosi…insomma ce n’è per tutti i gusti.


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Una grande impalcatura quindi, quella costruita da Dicker, che ancora una volta si inventa una vicenda a dir poco articolata e sviluppata su più livelli temporali. Nonostante ciò, la narrazione rimane fluida e risulta sempre tutto molto chiaro, senza che ci sia il bisogno di ritornare indietro con le pagine per riprendere il filo del discorso. Anzi, il trovarsi ad inizio capitolo quanto manca al prossimo grande avvenimento, spinge ancor di più ad accelerare la lettura per arrivare a destinazione.

Più si va vanti poi, più aumentano i dubbi che lo scrittore riesce ad insinuare nel lettore. Dubbi sulle vite dei protagonisti, sulla loro integrità morale e sui numerosi segreti che nascondono. Questo grazie anche ad un assortimento di personaggi assolutamente azzeccato. Dicker è inoltre molto bravo a presentarli e caratterizzarli, tanto che sembra di conoscerli da sempre. Il loro coinvolgimento nella storia, tra l’altro, non è mai scontato e spesso ti ritrovi a cambiare idea su di loro svariate volte, come per esempio sulla scena finale del traghetto.

L’unico piccolo appunto che onestamente mi sento di fare riguarda alcuni incastri un po’ troppo forzati, comprensibile quando la carne al fuoco è così tanta. Ma era veramente da molto tempo che non finivo un libro in così pochi giorni, per cui missione compiuta.

Qui il libro

Buona lettura,




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3 commenti:

  1. L’ho finito in tre giorni. Ti è piaciuto allora? No, ma ero curioso sul come e dove volesse riuscire ad andare a parare il nostro Joel Dicker, sfornando una dopo l’altra situazioni paradossali, personaggi irreali, combinazioni assurde. Fare appello in continuazione alla sospensione dell’incredulità bypassando ogni volta su intrecci, concomitanze e congiunture davvero eccessive.
    Il lettore subisce, quindi, un fascino perverso e irreale che l’autore concentra su appena cinque/sei personaggi ponendoli in bilico su una giostra miracolosa che vorticosamente li tiene in parallele rotte di collisione, senza mai provocare il danno irreversibile prima del finale.
    E bravo Joel..ma anche basta così.

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  2. Si mi è piaciuto moltissimo, più che altro per la facilità con cui ti spinge a terminare la lettura, mai successo di finire un libro così in fretta. A livello di intrecci e trovate forse ho preferito altro di Dicker (vedi casa 622), ma posso dire che al momento è uno dei miei scrittori preferiti senza dubbio.

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    1. Indubbio che si faccia leggere, ed é un merito, anche per come scrive, ma se alla fine mi hai preso in giro, mi freghi una volta sola..🤗

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