Regia: Joe Lynch
Tutti noi abitiamo una pelle. Siamo inquilini dentro una carne, di cui a volte siamo più soddisfatti, a volte vorremo cambiarla, di altezza, di peso, di forma e anche di sesso. È più forte di noi: è una questione di pelle, ma soprattutto di polpa.
Carne è la prima parola chiave, per questo horror dell’anno scorso. La seconda è Shudder, il canale dove lo potete recuperare. Altrimenti, non vi resta che risalire soliti corsi d’acqua 🚓 (buona fortuna, io ci ho messo qualche mese).
Ma veniamo alla polpa, che non è affatto male visto che si palesa sotto le muliebri sembianze di Heather Graham aka Dottoressa Elizabeth Derby, psicologa a cui sembra sia saltato il boccino, la quale confessa alla collega e amica Daniella Upton (aka Barbara Crampton, pure produttrice) cosa l’ha portata lì. Un paziente il giovane e belloccio Asa Waite (Judah Lewis), convinto che il padre voglia possedere il suo corpo. Robetta da manuale, un caso di personalità multipla, anche se Asa, quando cambia personalità, sembra proprio affascinante; fa quasi venire voglia di fare un transfert orizzontale con lui…
Senonché quando si tratta di investigare sul serio viene fuori che il papà di Asa leggeva il Necronomicon (con annessi cefalopodi di Cthuhlu) e avrebbe evocato strane entità in giro da eoni che cercano nuovi abiti da indossare e trovano la dottoressa un’ospite interessante. Perché non fare una diagnosi sulla sua pelle? Voglio dire, chi è che non vorrebbe entrare in Heather Graham, più o meno metaforicamente? 👼
Suitable Flesh è un bell’adattamento gender fluid di La Cosa sulla soglia di H.P. Lovecraft, diretto da Joe Lynch, uno che di horror e frattaglie se ne intende, curriculare per credere.
Tra atmosfere di body horror anni Ottanta e softcore patinato dei primi novanta, la portata è succulenta, strizzando sangue, teste mozzate e sesso dal budget risicato in modo intelligente ed efficace.
L’effetto speciale portante è proprio la flesh di Heather Graham, che non si risparmia ma gioca col suo ruolo di milf (in)consapevole - ha cinquantaquattro anni portati con chapeau -, prima strizzata in camicette, gonne di pelle e tacco alto quando psicanalizza, e poi più nature in vestaglia e tette al vento per gioia nostra 😍 (con bonus di una bella inquadratura fetish per gli amanti dei piedi), una volta posseduta dall’entità lovecraftiana e tabagista – visto che rolla e lecca cartine che manco al liceo – da ammirare per la disinvoltura con cui aggiunge un altro ruolo da sex symbol al suo carnet. Persino quando è scarmigliata e rinchiusa nella cella imbottita, non perde in grammo di appeal.
L’altra faccia è Barbara Crampton, ormai regina delle tenebre perfettamente a suo agio nel genere; filatevi a recuperare il bel Jakob’s Wife oppure uno qualunque dei suoi lavori degli anni ’80. La carnalità del film è in queste due ladies, tanto che il demone afferma: “The future is female”.
Consigliato agli amanti degli horror vecchio stile, quelli dai canonici novanta minuti, ai fan di Lovecraft e chi vuole saziarsi. Carne ce n’è.
Buona visione,
Trailer
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