Spider-Man (2002): La Recensione del Film



Regia: Sam Raimi


A ben ventidue anni dall’uscita nelle sale, il primo capitolo della trilogia di Sam Raimi sull’Uomo Ragno, qui tornato in occasione dello Spider-Man Mondays, continua a funzionare e ad attirare la vecchia e la nuova generazione di spettatori.

Non a caso lo Spider-Man di Raimi è un iconico racconto del cammino del liceale Peter Parker (qui interpretato da Tobey Maguire) che, maturando progressivamente con una forte presa di coscienza di sé e delle proprie capacità appena scoperte, arriva a trasformarsi in un eroe vicino alla comunità newyorkese.

La cura registica per i dettagli scenici, oltre a una scrittura ottimale, continua ad affascinare la mente e l’occhio del pubblico. Se a queste vi aggiungiamo le cornici relazionali tra i vari personaggi (l’amicizia e l’amore da sempre dei valori essenziali in storie di questo genere), si può trovare un grande arricchimento della lore senza togliere troppo spazio alla parte sulle peripezie dell’Uomo Ragno.


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Non bisogna dimenticare, poi, la forte influenza mediatica esercitata dal Daily Bugle (il giornale newyorkese gestito dal burbero J. Jonah Jameson interpretato da J. K. Simmons), e una caratterizzazione peculiare del villain ovvero Norman Osborn, miliardario senza scrupoli, e del suo alter ego, Goblin, nato da un esperimento di laboratorio concluso tragicamente. Rimane impressionante, infatti, la performance attoriale di Willem Dafoe nei panni di un uomo psicologicamente scisso non tanto tra bene e male, piuttosto tra Io/Norman ed Es/Goblin (una malvagità libera da ogni vincolo).

È indubbio che tale pellicola insieme al primo capitolo degli X-Men di Bryan Singer uscito due anni prima (tra l’altro, prodotto e diretto da 20th Century Fox) abbia inaugurato la ventura ondata di cinecomic Marvel ancora prima che entrassero in gioco le major come Sony e Disney, incentivando sempre più la voglia di attingere a molteplici fonti fumettistiche per dare vita a una varietà “multiversale” di storie e di altrettanti Tessiragnatele su medium e terreni testuali differenti (dall’animazione ai videogiochi).

In conclusione, lo Spider-Man di Sam Raimi uscito nel 2002, sceneggiato da David Koepp e prodotto dalla Columbia Pictures (casa controllata dal colosso Sony) può essere preso d’esempio tutt’ora come un manuale sul trasporre del materiale fumettistico e trasformarlo in qualcosa d’inedito e intrigante senza alcun errore sul lato tecnico e creativo.

Buona visione,


Trailer





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