Autore: Gerlando Fabio Sorrentino
“Che cosa attende un soldato? Non la gloria, la fama o l’oro. Un soldato attende che giunga il suo tempo, un tempo per vivere, un tempo per andarsene, un tempo in cui nulla è giusto o errato, se la pace è il falso e la guerra il vero!”
Nel cuore della notte ho terminato il romanzo storico di Gerlando Fabio Sorrentino, incentrato sulla figura del Maresciallo Ugo Cavallero, capo di stato maggiore generale dell’esercito italiano ai tempi della Seconda guerra mondiale, nelle sue ultime e concitate ore di vita.
E’ stato un lungo viaggio, intimo e profondo, nell’animo di un uomo che si rende via via conto di essere giunto ormai all’ultimo atto della sua vita, e decide di viverlo nell’unico modo possibile e che sempre ha contraddistinto la sua carriera: con onestà intellettuale ed onore.
Siamo a pochi giorni dall’otto settembre, giorno in cui viene comunicato l’armistizio di Cassibile stipulato il 3 settembre del 1943, atto con cui il governo Badoglio, che dal 25 luglio aveva sostituito quello di Mussolini, rinnega il patto d’acciao, e si mette nelle mani delle Forze Alleate.
Sono giorni di grande caos e disorientamento politico: Badoglio e il Re Vittorio Emanuele III fuggono a Brindisi, lasciando l’Italia in balia dei tedeschi che, una volta occupati i centri nevralgici della penisola, non esitano a massacrare militari e civili mentre Roma viene bombardata ed è sotto il fuoco, per nulla “amico”, degli Alleati.
Di lì a poco si consumerà una vera e propria guerra civile tra gli stessi italiani fascisti, fedeli a Mussolini, e i partigiani. Cavallero si trova nel carcere di Forte Boccea da luglio e qui commette l’errore di rilasciare, durante un interrogatorio, delle dichiarazioni alquanto ambigue, in cui indica il nome di Badoglio come candidato ideale alla sostituzione di Mussolini. Lui che Badoglio non lo aveva mai sopportato e con il quale non era mai corso buon sangue, aveva rilasciato tale dichiarazione più per dispetto e provocazione che altro, ma tale memoriale, lasciato in bella mostra dopo la sua fuga dallo stesso Badoglio, viene rinvenuto dai nazisti e getta sulla sua figura il terribile marchio del traditore.
Il 12 settembre, quattro giorni dopo la notizia dell’armistizio, Cavallero e altri suoi compagni vengono liberati dai militari tedeschi e portati al cospetto di alti generali, sue vecchie conoscenze, nei pressi di Frascati. Lo scopo di questi ultimi è di portare Cavallero in Germania, dove si trova anche Mussolini, e di rimettere in piedi una sorta di governo fantoccio da loro controllato. Quello che serve all’Italia, sostengono, non è tanto un leader politico ma un capo militare che sappia ripristinare l’ordine in una nazione ormai allo sbando e Cavallero sembra avere tutte le carte in regola per poter svolgere questa funzione.
Cavallero non è per nulla persuaso di voler ricoprire tale incarico per condurre i suoi uomini in una lotta fratricida, ma sa che i tedeschi non perdoneranno mai un suo rifiuto. Tuttavia approfitta dell’amicizia degli ufficiali tedeschi per sistemare alcune questioni private, prima della partenza.
Così ripercorriamo alcuni momenti del passato di Cavallero attraverso due figure molto importanti della sua vita: la moglie Olga e l’amante Corinna.
Il 14 settembre Cavallero viene trovato morto nel giardino dell’albergo di Frascati, ma quello che apparentemente sembra un suicidio, cela un mistero ancora non svelato.
Ho apprezzato molto questo romanzo per la forza delle immagini con cui è stato descritto; è inoltre ricco di particolari storici e aneddoti riferibili agli ultimi mesi antecedenti alla firma dell’armistizio.
Si evince che l’autore ha effettuato un grandissimo lavoro di ricerca tra gli archivi storici oltre che sulla figura di un uomo tanto importante quanto poco conosciuto, in contrasto all’acerrimo nemico Badoglio, piemontese come lui, ma passato alla storia per ben altri discutibili meriti.
E’ un romanzo impegnato e vivido, permeato da intrighi diplomatici, dubbi, tradimenti e cospirazioni, che ha aggiunto un ulteriore tassello alla mia personale analisi sull’esperienza della resistenza Italiana.
Cavallero non è per nulla persuaso di voler ricoprire tale incarico per condurre i suoi uomini in una lotta fratricida, ma sa che i tedeschi non perdoneranno mai un suo rifiuto. Tuttavia approfitta dell’amicizia degli ufficiali tedeschi per sistemare alcune questioni private, prima della partenza.
Così ripercorriamo alcuni momenti del passato di Cavallero attraverso due figure molto importanti della sua vita: la moglie Olga e l’amante Corinna.
Il 14 settembre Cavallero viene trovato morto nel giardino dell’albergo di Frascati, ma quello che apparentemente sembra un suicidio, cela un mistero ancora non svelato.
Ho apprezzato molto questo romanzo per la forza delle immagini con cui è stato descritto; è inoltre ricco di particolari storici e aneddoti riferibili agli ultimi mesi antecedenti alla firma dell’armistizio.
Si evince che l’autore ha effettuato un grandissimo lavoro di ricerca tra gli archivi storici oltre che sulla figura di un uomo tanto importante quanto poco conosciuto, in contrasto all’acerrimo nemico Badoglio, piemontese come lui, ma passato alla storia per ben altri discutibili meriti.
E’ un romanzo impegnato e vivido, permeato da intrighi diplomatici, dubbi, tradimenti e cospirazioni, che ha aggiunto un ulteriore tassello alla mia personale analisi sull’esperienza della resistenza Italiana.
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