Il Migliore dei Mondi: La Recensione del Film



Regia: Danilo Carlani, Alessio Dogana e Maccio Capatonda


C'è poco da fare, Maccio o lo ami o lo odi. La sua comicità demenziale probabilmente può lasciare insensibili molti, mentre a chi lo apprezza, come il sottoscritto, basta solo vedere la sua faccia per farsi una risata.

Personalmente ho sempre sostenuto che la sua maggiore realizzazione sia all’interno di quei fake trailer che tanto lo hanno reso famoso, anche se i suoi due film interi precedenti, L’Italiano Medio e Omicidio all’Italiana, sono sopravvissuti piuttosto bene alla canonica lunghezza da lungometraggio.

E qui, con Il Migliore dei Mondi, Capatonda riesce a fare ancora uno step in più, allontandosi in maniera ancora più netta dalla demenzialità da trailer, in favore di una struttura più elaborata e, in qualche modo, più seriosa.


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Brevemente la trama. Ennio Storto è un informatico, grande appassionato di tecnologia. Un giorno, tentando di riparare un modem, si ritrova rispedito in una sorta di universo parallelo dove la tecnologia è vietata e perseguita molto violentemente. Ritornare al suo mondo originale non sarà così semplice.

Già dalle prime battute e dalla trama, è evidente come il bersaglio del film sia l'abuso che al giorno d'oggi viene fatto della tecnologia, con tutte le conseguenze del caso. E in questo Maccio, nella figura del nerdone informatico, incarna perfettamente lo spirito del film, con quelle espressioni smarrite ed imbarazzate. Ne viene infatti fuori un'ottima riflessione, che altro non fa che confermare il “dramma” che accade in quei pochi o tanti minuti in cui, per un motivo o per un altro, viene a mancare Internet, non funziona Whatsapp, o i social che utilizziamo vanno in crash.




Tutto ciò viene ovviamente condito con le battute tipiche del caratterista, seppur abbastanza dosate col contagocce. Ma dinanzi a Stefano Lavori o all’Alexa in carne ed ossa, non si può di certo restare insensibili.

Martina Gatti, nei panni di quella Viola che fa innamorare Maccio/Ennio, se la cava molto bene ed è una piacevole sorpresa, mentre Pietro Sermonti ben si adatta alla figura del fratello rivoluzionario. Certo, quando leggi Maccio viene in automatico pensare alla presenza di Herbert Ballerina, che qui onestamente avrebbe fatto la sua sporca figura, e questa forse è l'unica recriminazione che mi sentirei di fare.

Scordatevi quindi la classica trashata che vi fa scompisciare h24, perché qui ci troviamo dinanzi a un prodotto diverso, ma non per questo da disprezzare. Un film piacevole, leggero e che garantisce un buon intrattenimento se non si hanno eccessive pretese.

Come detto, non si ride molto, ma per me ne vale lo stesso la pena.

Buona visione,



Trailer




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