Obesità, è bullizzare l’amica e chiamarla cerdita (maiale) che zitta subirà.
Sulla sghemba e sgradevole parafrasi di Felicità, vi ho riassunto la pellicola targata Spagna, approdata a Sitges e spero presto anche da noi: Piggy. Peccato non sia uscito in contemporanea di un altro rosa, quello di Barbie, perché, per citare il buon irriverente John Waters, Grasso è bello (1988)
Sara (Laura Galàn) è una ragazza abbondante. Che sia simpatica, intelligente, sensibile, con degli hobby, delle emozioni, non interessa a nessuno: per le altre ragazze è obesa e basta. Non la aiuta di lavorare anche nella macelleria di famiglia, quindi perché non bullizzarla un po’ chiamandola Cerdita (Piggy) e farle pesare più della bilancia e dello specchio il suo peso forma con umiliazioni atroci in piscina? Sara però ha un ammiratore, un bravo ragazzo che fa il serial killer e che decide di far sparire le stronze che tormentano Sara, la quale, per caso, assisterà al rapimento e alle grida di aiuto. La ragazza potrebbe anche gioire e lasciarle al loro destino, ma è la scelta giusta?
Carlota Martínez-Pereda parte da un suo corto, per raccontare una storia di bullismo, - un genere di horror che (ahinoi) non passa di moda, - fatto di crudeltà gratuite che affettano più delle coltellate del solito maniaco di turno. La regista parte da uno spunto à la Carrie di Zio Steve, ma senza usare soprannaturale o facili pietismi.
Infatti, il film è fatto di silenzi, dove lo spettatore partecipa: quelli che mette su a palate Sara, umilianti per il bullismo, ostinati verso la madre che non sa o non capisce le vessazioni che subisce sua figlia, oppure omertosi nel suo essere testimone di delitto. Quelli del serial killer, quasi ottusi verso il suo oggetto d’ammore. Silenzi appiccicosi e che scottano, come l’afa spagnola.
Però ci si ricorda che è un horror, quindi l’ultima mezz’ora sfodera finalmente la viuulenza, perché anche sotto i rotolini le cerditas di tutto il mondo hanno un cuore grosso così. E Laura Galàn ce lo insegna con la sua bravura. Ne ha a chili.
!Viva Piggy!
Enriorso
Trailer
Infatti, il film è fatto di silenzi, dove lo spettatore partecipa: quelli che mette su a palate Sara, umilianti per il bullismo, ostinati verso la madre che non sa o non capisce le vessazioni che subisce sua figlia, oppure omertosi nel suo essere testimone di delitto. Quelli del serial killer, quasi ottusi verso il suo oggetto d’ammore. Silenzi appiccicosi e che scottano, come l’afa spagnola.
Però ci si ricorda che è un horror, quindi l’ultima mezz’ora sfodera finalmente la viuulenza, perché anche sotto i rotolini le cerditas di tutto il mondo hanno un cuore grosso così. E Laura Galàn ce lo insegna con la sua bravura. Ne ha a chili.
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