TRAMA
Il documentario sulla star Michael J. Fox alterna scene documentaristiche con elementi di archivio a scene da fiction nelle quali viene ricostruita la vita dell'attore dall'infanzia, gli inizi di carriera, l'apice del successo fino alla diagnosi della malattia. E' lo stesso Michael a raccontarsi insieme alla famiglia, che condividono i successi ma anche le sofferenze personali e professionali. Un film ricco di momenti nostalgici per ripercorrere il duro cammino dell'attore.RECENSIONE
Still: La storia di Michael J Fox racconta la vita personale di M.J. Fox, intrecciandola inevitabilmente con la sua malattia. Il documentario deve il suo nome “still” al movimento incessante che ha caratterizzato la vita dell’attore fin dall’infanzia: Michael non è mai stato “fermo" e ha trascorso la gioventù, in particolare, a correre per sfuggire ai bulli.Still si divide in due parti: la prima è la storia di come un ragazzino basso e carino abbia fatto di quello che amava meno di sè stesso il segreto del suo successo. Da Casa Keaton a Ritorno al futuro, una carriera ottenuta con grande lavoro e dedizione. La seconda parte, più sofferta e disincantata, è il racconto della sua vita dal momento della diagnosi.
Un racconto lucido e toccante in cui viene rievocata la disperazione di quegli anni e la paura, ma senza mai cedere alla commozione, mantenendo sempre dignità e gran senso dell’umorismo. Un uomo che manifesta tutta la sua forza nell’accettare di raccontarsi nelle sue debolezze, nei momenti più bui della sua vita, nel dolore fisico che la malattia comporta e nella frustrazione nel compiere sforzi enormi per i più semplici gesti quotidiani. Un racconto che lascia spazio anche alla famiglia, così meravigliosamente raccontata: sia la moglie che i figli sono pilastri insostituibili in una vita così piena di ostacoli, ma anche ricca di emozioni e soddisfazioni.
Guggenheim alterna i dialoghi con Michael a materiale di repertorio, tra interviste e scene di serie e film. Alcune di queste vengono sapientemente montate, per fornire una sorta di ricostruzione della sua vita, tipo docufiction, in cui lo stesso Fox interpreta sè stesso da giovane.
Il regista si affida al carisma, al senso dell’umorismo e al magnetismo di Fox, e costruisce un documentario di grande impatto emotivo, mantenendo al contempo un ritmo brillante e divertente, come è proprio del suo protagonista, anche quando lo segue lungo il tunnel dei ricordi più bui.
Un ottimo prodotto di intrattenimento, mai ripetitivo che mescola sapientemente momenti più divertenti a riflessioni profonde sul senso della vita e della malattia, con realismo ma anche una buona dose di ottimismo.
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