Regia: Zerocalcare
Trama
Nel quartiere di Zero c'è tensione: è nato un centro di accoglienza profughi e i bulli locali ne approfittano per montare la solita polemica contro i migranti.
Fra i residenti la reazione è mista: c'è chi è favorevole ad un'inclusione dei profughi, chi invece, come Cesare, amico di Zero fin dall'infanzia, si unisce agli intolleranti. E c'è anche chi si ritrova nel mezzo, senza sapere più da che parte stare.
Recensione
Torna Zerocalcare a raccontarci la sua Roma con la nuova serietv targata Netflix. E con lui tornano i consueti personaggi: Secco col tormentone del gelato, la saggezza di Sarah, il faro morale di Zero, e poi naturalmente Zero con la sua coscienza Armadillo, ironico e dissacrante come non mai.
Ma la storia si arricchisce della presenza di Cesare, ex amico d’infanzia, cresciuto fra mille disagi e passato attraverso esperienze difficili. Un’amicizia decennale che Zero dovrà capire se va onorata o se Cesare è diventato il nemico contro cui combattere.
La storia di questa nuova avventura si fa più complessa e stratificata introducendo tempi importanti e fortemente divisori: l’integrazione, il degrado sociale, contrasti politici e immigrazione, senza esclusione di colpi su più fronti. Un approfondimento sociale che va oltre la semplice divisione di chi sta dalla parte del giusto o sbagliato, dando voce alle innumerevoli circostante, più o meno attenuanti, in cui si muovono i vari personaggi. Personaggi che sono resi con maggiore profondità rispetto alla stagione precedente: Michele Rech approfondisce Sarah e Secco, donandogli maggiore tridimensionalità, descrivendoli nelle molteplici sfaccettature che ogni essere umano ha, rivelandosi molto più complessi di quanto avesse fatto intendere finora.
Il lavoro fatto su Cesare e sul suo rapporto con Zero, apre la porta sulla complessità di certe alleanze ed esclusioni, che spesso lascia alle persone poche alternative di scelta.
Il tutto raccontato con lo stesso spirito irriverente e con mille occasioni di farsi una risata anche di fronte alle situazioni più dolorose.
Zero prende di mira anche sè stesso e ironizza sul suo “romanaccio” modo di parlare, e riflette sul suo successo che di fatto lo isola rispetto alla sua comunità, rendendolo un privilegiato che potrebbe non avere più "la legittimità per far la predica a qualcuno".
Una seconda serie più profonda, più complessa, più divisiva, più lunga, più attenta allo sviluppo dei personaggi di contorno e più ricca di figure collaterali (una delle quali ha anche un attore famoso come Silvio Orlando come doppiatore).
Buona visione,
Migranti... dei parassiti schifosi; arroganti, incompatibili tanto geneticamente quanto culturarlmente e pronti a pugnalarti alle spalle alla minima distrazione!
RispondiEliminaSolita operetta di propaganda buonista per convincerci che invece quei "migranti" sono TUTTe brave persone, timide, introverse, docili come agnelli, che fuggono da situazioni terribili (quali poi?) e che mai e poi mai hanno mai saputo cosa fosse l'odio, tantomeno quello razziale... Mentre invece basta farsi un giro e scoprire che, ad esempio, i tunisini non vogliono avere nulla a che fare con "i luridi negri"; parole loro.
In conclusione, questo "fumetto" e questa "serie" sono un validissimo sostituto della carta igienica e dei lassativi.
Questo stronzo è SEMPRE STATO un privilegiato, e MAI a avuto il diritto di far la predica a qualcuno... spiace che al g8 (se c'era davvero) non ci sia rimasto secco!
RispondiEliminaL'anonimo ritardato di turno ha lasciato il solito commento razzista.
RispondiEliminaMolti italiani compreso il sottoscritto preferiscono un migrante che feccia pura come l'autore sfigato del precedente commento.
Speriamo che la sua vita finisca su un barcone mentre implora di essere aiutato da un coglione che la pensa come lui.