Autore: Valérie Perrin
Ho letto questo libro mossa dalla curiosità e dal desiderio di ritrovare in esso uno dei miei romanzi preferiti; Le Regole della Casa del Sidro di John Irving.
Effettivamente sono tanti i riferimenti che Violette, la protagonista, dissemina tra le pagine: lei, orfana come Homer, vive analoghe disavventure con le famiglie affidatarie non sentendosi mai veramente accolta e amata, trovando infine il suo Wilbur Larch personale nella figura di Sasha, il guardiano del cimitero di Brancion en Chalon, colui che dopo averle curato l’anima, le affida le chiavi del cimitero, della sua casa e del suo giardino, restituendola alla vita.
Dunque, questa è la storia di Violette Toussaint, la misteriosa guardiana di un cimitero della Borgogna che impariamo a conoscere attraverso i numerosi flashback nel suo passato, quando appena diciassettenne e incinta, va a vivere con il marito Philippe, presso la stazione di Malgrange-sur-Nancy, dove trovano impiego come guardiani di passaggio a livello.
La narrazione del presente si intreccia con quella del passato, e tra un capitolo e l’altro ricostruiamo i tasselli più importanti della sua storia; la vita coniugale fallimentare, fatta dei silenzi e dei continui tradimenti di Philippe; la freddezza e noncuranza dei genitori di Philippe che non l’hanno mai considerata all’altezza del figlio; il lavoro incessante con le sbarre da alzare e abbassare dalla mattina alla sera; la solitudine di Violette, rotta solo dalla presenza della figlia tanto amata Leonine, e dall’amicizia nata casualmente con Celia, durante i giorni di sciopero dei treni.
Sappiamo da subito che Violette è stata abbandonata dal marito poco dopo essersi trasferiti al cimitero di Brancion come guardiani, ma è durante la lettura che emergono tutti i particolari. In parallelo alla vita di Violette, conosciamo anche le vicissitudini di Irene, madre di Julien Seul, un poliziotto che si reca al cimitero di Violette, per capire come mai la madre, dopo la sua morte, abbia lasciato disposizioni di riposare accanto ad uno sconosciuto sepolto a Brancion, tale avvocato Gabriel Prudent, anziché con il marito, ovvero suo padre.
Tra Violette e Julien nasce qualcosa di più di un’amicizia; il poliziotto, legge e condivide con la donna i diari della madre e scopre non solo le circostanze che hanno dato luogo alla relazione tra Gabriel e Irene, ma anche che la stessa, quando dopo la morte dell’uomo si era recata nel cimitero di Brancion, aveva avuto modo di conoscere ed apprezzare Violette, la guardiana tanto riservata e schiva, quanto gentile e accogliente con tutti.
Cambiare l’Acqua ai Fiori è un romanzo catartico, che arriva dritto al cuore e che vi emozionerà moltissimo. Non vi nego che arrivata a metà libro ho versato parecchie lacrime, ma il mistero di Violette, che via via si infittisce, merita di essere sondato e vissuto fino in fondo.
Non mi resta che augurarvi buona lettura!
Qui il libro
Buona lettura,
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