Regia: Scott Neustadter, Michael H. Weber
Trama
Daisy Jones & The Six è un gruppo rock diventato leggendario: con i loro concerti sono riusciti a riempire gli stadi di tutto il mondo.
Il 12 luglio 1979, dopo un memorabile concerto, il gruppo si è sciolto. Per circa 40 anni, nessuno ha mai saputo il perché. Oggi, gli ex musicisti, i manager, i giornalisti e i famigliari hanno deciso di raccontare la verità. Dalle loro voci scopriamo un’ascesa folgorante e una fine misteriosa.
Recensione
Tratta dal romanzo di Taylor Jenkins Reid, la nuova miniserie su Prime Video utilizza l’espediente narrativo del mockumentary: un taglio e uno stile fatto da interviste e immagini di repertorio per dare l’illusione di una storia vera, quando invece i personaggi e i fatti sono totalmente inventati.
Un espediente che funziona alla grande, perché attraverso punti di vista diversi vengono trattati vari argomenti e vengono illustrate le meccaniche che spesso possono nascere all’interno di una band: tra rivalità, rimpianti, amori e tradimenti si consuma l’anima del gruppo, spezzando l’armonia e portandolo inevitabilmente alla fine.
Daisy Jones & The Six racconta la storia del sogno di un gruppo di ragazzi, che dovranno presto confrontarsi con le proprie fragilità, difficoltà e incomprensioni. Una coinvolgente storia di crescita personale e difficili rapporti umani che cattura lo spettatore; una favola rock che ricostruisce sapientemente gli anni ’70, un decennio di libertà e trasgressione, con una messa in scena accurata, dai costumi alle acconciature, che cala lo spettatore perfettamente nelle atmosfere dei “figli dei fiori” e dei dischi in vinile.
Una componente fondamentale è ovviamente la musica: dai titoli dei singoli episodi denominati come “tracce” musicali, ai brani stessi della band, tutti brani inediti, fino alle canzoni dell’epoca che risuonavano in radio in quel periodo.
Sorprendente anche il cast: Sam Claflin, che presta il volto al frontman della band Billy Dunnem, si conferma attore versatile e ottimo cantante, mentre una vera rivelazione è la giovane Riley Keoug, la carismatica Daisy Jones, che ha senz’altro ereditato i geni del nonno Elvis Presley, con una performance attoriale e canora davvero incredibile.
Una serie ben realizzata con una storia accattivante che ha come unica pecca quella di edulcorare un po’ troppo gli anni di eccessi e ribellioni in cui si svolge: il baratro del “sesso, droga e rock&roll” è sempre qualcosa da cui “magicamente” i protagonisti riescono a riemergere. Una nota un po’ troppo zuccherosa anche nel finale, ma che non compromette il prodotto che rimane molto godibile.
Giudizio complessivo: 7
Buona visione,
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