Autore: Robert Bryndza
Dopo La Donna di Ghiaccio, romanzo di esordio per lo scrittore britannico Robert Bryndza, eccomi a parlare di Ultimo Respiro, quarto capitolo della saga che vede come protagonista la detective Erika Foster.
E si, purtroppo non ho prestato molta attenzione all’ordine cronologico delle uscite, e mi sono fumato due libri che stanno in mezzo a questi due (La vittima perfetta e La ragazza nell’acqua, sempre editi Newton Compton Editori), ma onestamente non credo di essermi perso passaggi fondamentali, almeno per la comprensione di questa lettura in particolare. Chiaro, avendo esperienza con altre saghe, consiglio sempre di seguire l’ordine ma, se vi capita di fare come me, sappiate che non avrete problemi, anche perché l’autore tende comunque a ricordarci più volte gli eventi che hanno coinvolto i protagonisti.
Brevemente la trama. Erika Foster deve convivere con il suo nuovo ruolo a cui è stata assegnata, lontana dall’azione e sommersa dalle scartoffie. Ma un nuovo serial killer che prende di mira giovani ragazze, riducendole in stato pietoso prima di ucciderle, farà sì che il suo ritorno in campo sia solo una questione di tempo.
L’inizio è di quelli col botto, e ti catapulta subito all’interno dell’incubo che si scatena sulle giovani vittime, con la presentazione immediata del primo cadavere che non lascia spazio a convenevoli. I protagonisti già li conosciamo infatti, per cui non c’è bisogno di alcuna presentazione, anche se alcune divagazioni gossippare fanno lo stesso capolino, forse reduci dagli episodi precedenti.
Lo stile narrativo si mantiene sempre essenziale, con capitoli brevi che ben presto creano uno “sdoppiamento” dei punti di vista, spaziando tra il racconto di quello che stanno facendo Erika Foster e i suoi compari e le vicissitudini del killer, la cui identità viene quindi svelata molto presto. Vista la natura del romanzo, questo potrebbe anche essere considerato un punto a sfavore, ma ritengo che il ping pong che si crea tra i due antagonisti sia molto interessante e stimoli decisamente bene la lettura.
Nel complesso quindi lo spazio maggiore viene concesso all’action, anche se alcune divagazioni sulla descrizione dei sogni del ragazzo offrono sicuramente un quid in più, in particolare quando si va verso la parte finale, in cui i problemi di salute e la polizia che lo sta per braccare mettono in serio pericolo il suo operato.
Come conseguenza di ciò che ho sottolineato prima, la risoluzione conclusiva appare piuttosto lineare, senza guizzi significativi che ti strappano un “wow” in più, ma resta in ogni caso coinvolgente e consente una lettura rapida senza troppe pause.
Seguendo quindi ciò che avevo già sottolineato riguardo il libro precedente, posso raccomandare Ultimo Respiro se si va in cerca di un thriller non troppo impegnativo da seguire, ma che riesce ugualmente a catturare l’attenzione. Non un qualcosa che vi farà cascare dalla sedia, ma che saprà farvi una buona compagnia.
Giudizio complessivo: 7.5
Qui il libro
Buona lettura,
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