Regia: Floria Zeller
Il nuovo film di Florian Zeller è uno dei più interessanti del momento, con un ottimo cast che vanta, su tutti, un Hugh Jackman in stato di grazia.
Se nel suo precedente film, The Father, Zeller fa uso di una struttura narrativa articolata e stimolante, in questo The Son ritrova la narrazione di una storia semplice, contenuta in un film che potremmo definire come “quadrato”.
Il concetto di fondo è lo stesso per entrambi, come suggerito anche dai titoli. È la rappresentazione di una malattia, che vede da un lato la demenza senile per una persona anziana, dall’altro la depressione giovanile per un adolescente.
Florian Zeller ci mostra quindi un Nicolas spento, triste, che vede nel padre Peter una figura tanto amata quanto odiata per la sofferenza arrecata a sé e sua madre Kate. È un rapporto molto bello quello tra i personaggi di Jackman e McGranth, sviluppato nel corso della pellicola tramite tante scene dalla semplicità disarmante.
Io credo infatti che la forza di questo film nasca dal fatto che una storia come questa possa essere la storia di tutti noi, delle nostre famiglie, dove ogni dialogo contenuto nella sceneggiatura può essere avvenuto in ognuna delle nostre case. Questa è una storia brutalmente veritiera, che ci insegna quanto sia importante non dare per scontato l’amore verso i propri cari e che ci dimostra quanto sia difficile a volte far coincidere il proprio benessere con quello di coloro che ci sono intorno.
È molto importante, secondo me, vedere questo film, soprattutto per il suo finale, che si raggiunge con un’empatia ormai consolidata verso i personaggi, dove lo spettatore vorrebbe essere lì, in scena, a manifestare la propria opinione per influenzare le scelte dei protagonisti, perché lo sappiamo, ad ogni scelta è associato un destino diverso.
Questo film ci insegna ad avere fiducia nei confronti di chi ci vuole aiutare, a saper riconoscere le richieste d’aiuto e a distinguere le scelte giuste rispetto a quelle sbagliate.
The Son è un gran bel film, è struggente, ma ognuno di noi al termine della visione potrà uscire dalla sala con la consapevolezza di aver imparato qualcosa, un qualcosa in grado di salvarci la vita.
Buona visione,
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