Regia: Mick Garris
È risaputo oramai che lo Shining di Kubrick sia uno dei migliori film horror mai realizzati, eppure, come sempre accade, c’è a chi non è piaciuto, per un motivo o per un altro.
Tra questi, purtroppo, c’è anche il maestro del brivido letterario Stephen King, autore del romanzo a cui si ispira il lungometraggio. A detta sua, infatti, il film non ha niente a che vedere con il libro, viste le numerose differenze. Insomma, è un po’ come se Kubrick avesse solo letto la trama e ci avesse poi costruito sopra una storia tutta sua. Ma d’altronde, come contraddire King? In effetti ha ragione: l’opera di Kubrick non è fedele al suo romanzo, quasi per niente. E quindi, ecco che dopo diciassette anni dall’uscita dello Shining cinematografico il caro maestro se ne esce con una sceneggiatura scritta da lui personalmente per una miniserie televisiva di tre episodi, lunghi un’ora e trenta circa ciascuno.
La serie viene realizzata e va in onda grazie alla ABC, peccato che col tempo venga dimenticata e, anche chi se la ricorda, non esiti a criticarla.
Detto ciò, partiamo dalla trama (che è praticamente la stessa del libro e del film): a un ex-alcolista senza lavoro di nome Jack Torrance viene affidata la custodia dell’imponente e bellissimo Overlook Hotel, uno sperduto albergo nelle montagne del Colorado che è costretto a chiudere durante la stagione invernale a causa della neve. L’uomo decide di portarsi dietro la moglie Wendy e il figlio piccolo Danny che possiede quella che viene definita “un’aura”, cioè l’abilità di vedere eventuali eventi futuri e passati. Il bambino, intimorito dal luogo, non ci mette molto a capire che le cose non andranno come previsto…
Dunque, cosa dire di questa serie? A me personalmente non è dispiaciuta anche se, com’era prevedibile, non può essere paragonata neanche lontanamente all’opera di Kubrick. È sicuramente molto più fedele al romanzo, o meglio, è il copia incolla del romanzo e per quanto questo possa essere un pregio, per certi versi è anche un difetto, poiché ci sono delle cose che se nel libro funzionano, nella serie invece un po’ meno, anche a causa degli effetti speciali non invecchiati molto bene (l’estintore e le siepi a forma di animali che prendono vita è l’esempio più basilare).
Ma tolto qualche difetto della sceneggiatura, la pecca più grande è che la sensazione opprimente, così come la paura viscerale che affiancata dall’ottima costruzione della tensione era capace di mettere sottosopra anche il più grande appassionato del genere nel film del 1980, qui è assente.
In poche parole la miniserie è la dettagliata trasposizione del libro che esonera però tutte le emozioni forti capaci di suscitare suspense e interessante, tant’è che non bisogna sorprendersi che l’opera risulti molto lenta.
Il cast non è male e ad essere sinceri Steven Weber riesce a cogliere molto di più il vero carattere di Jack Torrance di quanto abbia fatto Jack Nicholson (la quale performance rimane comunque iconica). Nel libro infatti, Jack appare come un uomo relativamente normale che è vittima di eventi imprevedibili, mentre nel film di Kubrick sembra essere un pazzo sin dall’inizio.
Detto ciò, la miniserie non eccelle neanche nella parte tecnica seppur qualche buona scelta registica non manchi e la fotografia sia abbastanza buona.
Tirando quindi le somme, Stephen King’s Shining è una miniserie carina che va vista senza troppe pretese e soprattutto se siete fan del libro. Io comunque non l’ho trovata così brutta come molti dicono, sarò strano…
PS. L’ultima puntata è quella che mi è piaciuta di più grazie al ritmo che ho trovato più scorrevole, la presenza (seppur poca) della tensione, la scena finale, qualche buon effetto speciale e la performance di Weber.
Valutazioni (voto massimo: 5)
Regia: 3.5
Fotografia: 3
Colonna sonora: 3
Cast: 3.5
Storia: 4
Effetti speciali: 3
Giudizio complessivo: 7
Buona visione,
A me è piaciuta moltissimo.
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