Regia: Tommy Wirkola
Ci accolliamo il praticone di chiudere il post alla Vigilia di Natale, per cui fate i bravi altrimenti saranno botte di Natale e non elargite da Bud Spencer, ma da un Babbo Natale piuttosto incazzato e che ha tutta la mia comprensione, visto che gli tocca lavorare di sera per soddisfare gente mai contenta che si comporta peggio dei bambini, che per lo meno hanno due secondi di gioia negli occhi. Come lo capisco! Quanto vorrei il suo martello…
Probabilmente è stato lo stesso pensiero di Tommy Wirkola, già regista di Dead Snow, The Trip e del fighissimo Seven Sisters, perché nei primi secondi ci presenta il vero Babbo Natale, Santa Claus, Nikola (ha molti nomi), a sorseggiare una birra in un pub, in pausa tra i due viaggi, con lo scazzo allo stesso livello della sbronza (tanto che una volta risalito in volo sulla slitta vomita sopra la elderly barista) e gli capita pure di pestare un po’ di deiezioni di renna tra una consegna e l’altra.
In più, quando entra nelle case trova sempre biscotti scandenti, latte del menga, richieste del menga e pure pacchi Amazon (frecciatina a Bezos)!
Orbene, il nostro si troverà a fare la consegna nella villa della ricca famiglia Lightstone, mentre questi vengono presi in ostaggio dalla banda di Mister Scrooge (John Leguizamo in forma e inacidito quanto basta) che vogliono mettere le mani sui fondi neri nascosti nel caveau. Potrà il nostro Babbone restare insensibile alle preghiere della piccola Trudy, che ancora crede in lui? Giammai, quindi il nostro rispolvera il suo passato di guerriero nordico e mazzuolatore e come Bruce Willis in Trappola di Cristallo, castigherà i b(anditi)imbi cattivi come se fosse il martello degli dei (manca solo l’urlo di Robert Plant in Immigrant Song).
Wirkola prende le tradizioni e i luoghi comuni sul Natale, compreso il suo più illustre rappresentante e ne fa un Babbo Bastardo (con tatuaggi e che si cuce le ferite da solo come Rambo, e le fascia con della carta regalo strappata in giro) e disilluso, un lavoratore scoglionato dalla sua routine natalizia, al quale però serve (e basta) un po’ di magia per continuare a vivere.
Questo non toglie che il rosso del sangue che schizza faccia meno male, anzi le martellate e le botte fanno digrignare i denti quando vedi cosa vanno a colpire, tra gambe stomaci e facce.
Perciò fate come la piccola Trudy, copritevi gli occhi e cantate Jingle Bells più forte che potete, ma soprattutto fate i bravi e mettete un like a questa recensione, perché Babbo Natale ha anche una pergamena magica con la lista dei lettori buoni e quelli cattivi. Ci rivediamo a gennaio, dopo la Befana Mistress! (che a questo punto, spero che qualcuno faccia).
Buona visione,
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