Regia: Patrick Brice
All’interno del variegato mondo del found footage, tra perle nascoste e fallimenti imbarazzanti, sicuramente Creep riesce a ritagliarsi il suo meritato spazio.
Un film girato con due spicci, ma che lascia il segno, tanto che infatti 3 anni dopo ne è stato girato un buon sequel, di cui probabilmente parleremo su questi schermi nelle prossime settimane.
Brevemente la trama. Aaron è un videomaker che viene ingaggiato per un misterioso lavoro sul quale non vi sono troppi indizi. Giunto sul luogo, scopre di dover riprendere Josef, malato terminale, durante le normali attività giornaliere, al fine di lasciare una ricordo di se al figlio che non dovrebbe riuscire a veder nascere. Ma se l’etichetta del film riporta il termine “horror” tra i generi, evidentemente qualcosa non andrà come previsto.
Ed infatti è proprio la curiosità di capire cosa succederà in quel week-end uno dei punti di forza del film. All’inizio infatti non accade nulla di eclatante, sembra proprio un lavoretto tranquillo e cominci a pensare che sia tutta una presa per il culo sapientemente architettata, ma l’atmosfera comunque inquietante riesce ugualmente a tenerti sulle spine. Poi di fatto si scoprono le carte e, in meno di un’ora e mezza, accade quello che effettivamente pensi debba accadere, ma tutto avviene in maniera convincente e anche se un’idea te la sei fatta, Creep riesce a lasciare il segno e a non farsi dimenticare in tempi brevi.
Una location e due attori, stop. Questo è quello che offre la pellicola, ragion per cui diventa fondamentale che entrambe le componenti siano vincenti. Sull’ambientazione ci siamo, nulla da eccepire, la classica casa di montagna che ben si addice a lavori del genere, mentre i personaggi rappresentano invece un deciso valore aggiunto. Mark Dupass, nella parte del folle Josef, è perfetto, sempre in bilico tra il farti pena vista la sua condizione di pazzia e solitudine, e terrorizzarti con quelle facce che fatichi a scordarti per un po’. Patrick Brice inoltre riesce a calarsi molto bene nella parte che si è auto ritagliato, visto che i due, giusto per non spendere un cent in più, firmano anche regia e sceneggiatura. Il rapporto che si viene a creare tra i protagonisti è poi senza dubbio interessante e funziona come collante per tutta la durata della pellicola.
Budget inesistente e minimo sforzo quindi, ma resa molto soddisfacente, a testimonianza che non servono i milioni per tirar fuori un lavoro più che dignitoso. Il film, come già accennavo, viene inoltre girato secondo la tecnica del found footage, ma le riprese non risultano per nulla fastidiose, come invece spesso accade in queste tipologie di lavori, ed anzi garantiscono una realisticità della situazione che alla fine risulta molto efficace. Certo, a volte la sceneggiatura tende ad arrampicarsi un po’ sugli specchi, ma d’altronde lo si sa, nulla è perfetto.
Creep non sarà quindi perfetto, ma una visione la merita assolutamente, anche in virtù di un buon finale.
Giudizio complessivo: 7.5
Enjoy,
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