Yellowjackets (Stagione 1): La Recensione della Serie TV



Ideatore: Ashley Lyle, Bart Nickerson


Trama


Nel 1996 la squadra di calcio femminile della scuola vola verso il torneo dello Stato, ma l'aereo precipita fra i boschi. Riescono miracolosamente a salvarsi, ma i soccorsi non arrivano e loro sono senza cibo nè acqua. 25 anni dopo ritroviamo quattro di loro, uniche sopravvissute alla sciagura, ancora circondate da un alone di mistero su cosa sia realmente accaduto in quei 19 mesi passati nei boschi. Qualcuno però comincia a ricattarle con cartoline che riproducono un simbolo dal significato misterioso...


Recensione


A metà tra dramma adolescenziale e horror/mistery, Yellowjackets è una serie corale che prende spunto da un incidente aereo e dalla difficile sopravvivenza dei superstiti in un ambiente ostile. Impossibile non richiamare alla mente Lost, con cui ha inevitabilmente dei punti in comune, anche se il cast è più ristretto e si assottiglia via via. La distanza temporale è poi molto maggiore e la trama nel passato non funziona come i flashback di Lost, ossia non è concentrata su un personaggio alla volta, ma procede in modo corale, proprio come quella presente. Ci sono inoltre misteri e incursioni nel fantastico, ma vengono date già delle risposte nella prima stagione e gli interrogativi ancora in sospeso sono comunque indirizzati verso temi che si lasciano intuire.


Yellowjackets si sviluppa su due linee temporali distanti 25 anni e i due racconti procedono parallelamente seguendo l’ordine cronologico degli eventi. Questo rende il racconto molto lineare e facile da seguire, e ci si può concentrare sui personaggi, le dinamiche dei rapporti fra di essi e i vari misteri che vengono presentati.

Al luogo pieno di pericoli, difficoltà e presenze mistiche, che le ragazze del 1996 vivranno nei boschi, si contrappone lo scenario più rassicurante (almeno apparentemente) della periferia americana, in cui si muovono i personaggi adulti, che portano ancora dentro i traumi dell’esperienze vissute e che fanno i conti quotidianamente col segreto che portano dentro. Ne vengono fuori quattro protagoniste tutt’altro che conformi alla quiete della quotidianità di una vita “normale” di periferia.


Un racconto in cui la tensione e il mistero la fanno da padroni, ma che contemporaneamente sa alleggerire i toni o sdrammatizzare situazioni grottesche col sarcasmo e l’autoironia.

Il cast è ben assortito e le quattro attrici della versione “adulta” (Christina Ricci, Juliette Lewis, Melanie Lynskey e Tawny Cypress) sono una perfetta fusione di caratteristiche diverse che trovano l’apice nelle scene condivise, ma capaci anche da sole di tenere alto il livello di attenzione.

Una serie che promette bene e di cui aspetto con ansia la seconda stagione.

Giudizio complessivo: 8

Buona visione,



Trailer



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