Rapiniamo il Duce: La Recensione del Film



Regia: Renato De Maria

VOLUTAMENTE ANACRONISTICO

Netflix ci fa questo regalino, un heist movie nostrano ambientato alla fine della seconda mondiale in una Milano bombardata.

Gli Anglo-Americani stanno togliendo di mezzo gli ultimi residui di un regime fascista in rovina, la nostra banda capitanata da Isola (Pietro Castellitto) nel frattempo vuole mettere le mani sull'oro di Mussolini, oro che è in possesso del gerarca fascista Borsalino (Filippo Timi) che è pronto a fuggire in Svizzera in caso di sconfitta del regime. Come se non bastasse in mezzo a tutto ciò assistiamo alla storia d'amore tra Isola e Yvonne (Matilda De Angelis),quest'ultima vicina alle avance del gerarca Borsalino.


Il film funziona per alcuni versi, per altri meno. Da un lato la prova attoriale di Castellitto è totalmente fuori luogo nei panni dell'antieroe, gli altri personaggi sono poco caratterizzati se non in maniera volutamente fumettistica e anacronistica e per me poco convincente (vedi la performance canora, i brani, alcuni dialoghi, gli innesti di animazione, i disegni alla Marvel), scelta un po' paracula che rende il tutto godibile il giusto e per tutti, per non parlare del personaggio interpretato da Maccio Capatonda, in egual modo godibile, ma sempre nella norma.


Il film funziona in quanto spettacolo che parla d'azione e non parla di ideologie, non fa politica e non parla di storia ma intrattiene e stop (è un bene o un male?), anche se ci stava a mio avviso una qualche parolina spesa sulle fazioni in gioco perché il film cita i partigiani e gli anarchici da una parte e i fascisti dall’altra facendo “tifare”, oserei dire giustamente, per la banda di Isola, e mettendo la storia sulla sfera emotiva e mai su quella ideologico-razionale.

Ottime le scenografie e le scene girate in movimento, un po’ meno la sceneggiatura, buona la fotografia cupa che ci ricorda il dramma di quei tempi.

Il risultato è un film godibile a tratti e "spensierato".

Giudizio complessivo: 6-



Trailer


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