Regia: Alex Garland
Sono indignato, come non lo ero da un bel po’ di tempo. E la colpa è tutta di Men, film del 2022 scritto e diretto da Alex Garland.
E pensare che sin da quando era uscito, nutrivo grandissima curiosità nei suoi confronti e svariate volte ero andato molto vicino a vederlo, salvo poi abbandonare poco prima per svariati motivi. Si vede che già nel mio subconscio stava maturando l’idea della fregatura, ma purtroppo in un freddo e piovoso pomeriggio autunnale mi sono fatto prendere dalla curiosità e la frittata è stata fatta.
Brevemente la trama. Harper è la protagonista della vicenda, una donna abbastanza in crisi dopo che il marito è morto, apparentemente suicida, a causa della volontà di lei di divorziare. Per dimenticare la faccenda, si concede quindi una vacanza in una località sperduta di campagna dove, da lì a poco, inizieranno a succedere cose incomprensibili e senza alcun nesso logico (o forse si, ma solo se siete il regista probabilmente).
Alex Garland quindi è il deputato a prendersi gli insulti quotidiani, e la cosa un po’ mi sorprende visto che nel suo palmares compaiono due film, Annientamento e soprattutto Ex Machina, che hanno ricevuto discreti giudizi dal pubblico (non da me, in quanto non visionati). Ma con Men non credo ne riceverà molti.
Cominciamo però dagli aspetti positivi, perché qualcosa di buono lo abbiamo (e per fortuna direi). L’ambientazione è molto suggestiva, sia per quanto riguarda la casa che, soprattutto, gli esterni. Tecnicamente poi risulta ben girato con alcune sequenze molto interessanti (vedi immagine del marito mezzo infilzato per esempio) ed un uso degli effetti speciali che nella parte finale convince e piace, un po’ in stile Society, bello artigianale e disgustoso al punto giusto. Le musiche inoltre risultano spesso ben abbinate al contesto in cui vengono inserite e Jessie Buckley mi è piaciuta molto nel ruolo della protagonista.
Ma per il resto lasciamo perdere. Ho sempre sostenuto, e sempre lo farò, che un film può anche essere eccezionale dal punto di vista registico, interpretativo e tecnico in generale, ma quello che conta è quanto ti lascia alla fine. E cosa ti lascia Men dopo che lo hai visto? Semplicemente nulla, anzi ti lascia una dannata rabbia per aver perso del tempo.
L’intrattenimento infatti è pari a zero, lo spettatore si sente coinvolto quasi quanto durante un video di Giorgio Mastrota in cui prova a venderti una poltrona reclinabile manco fosse quella di Killer Sofa. Anche nei momenti in cui la donna viene “assediata” in casa, non si prova né tensione, né coinvolgimento e l’unica roba che si continua a guardare è la barra del tempo per vedere quanto manca al termine (fattore negativissimo, che fortunatamente mi è accaduto poche volte).
Dialoghi banali ed assolutamente prolissi e privi di significato accompagnano poi una storia che francamente si fatica davvero ad inquadrare e capire. Che poi se ti chiami David Lynch ci può anche stare, di guardarti un film, non capire una mazza di quello che hai visto, e alla fine comunque alzarti ed applaudire perché ciò che è appena concluso ti ha rapito in ogni fottuto fotogramma. Ma se ti chiami Garland, consiglio di girare film con un significato maggiormente fruibile, anche ai poveri ignorantelli cinematografici come il sottoscritto, prima di lanciarsi in queste divagazioni oniriche di cui si fatica davvero a dare una spiegazione.
Persino Rory Kinnear, nonostante un buon trucco che lo rende credibile nei panni di tutti i personaggi che interpreta, sembra non crederci fino in fondo, apparendo quasi svogliato e non del tutto convinto della parte. Per non parlare poi di quel cazz di uomo nudo che compare ogni 3x2 e la cui evoluzione rimane un altro di quei misteri che boh.
Niente, potrei andare avanti per ore con lo sfogo, ma preferisco chiuderla qui e dimenticare in fretta.
Giudizio complessivo: 4.5
Infelice visione,
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