Regia: Sebastian Lelio
BATTESIMO DI FUOCO
1862, Lib Wright (Florence Pugh), infermiera inglese, ha il compito di andare in Irlanda per seguire la vicenda e osservare una ragazzina che si pensa resti in vita non mangiando nulla grazie all’aiuto divino. Ben presto attirerà testate giornalistiche e tra la gente i pareri sulla veridicità della cosa si divideranno.
Il film di Sebastian Lelio gioca tutto su scienza e fede mettendo in risalto le due parti ma estremizzandole, la verità è bianca o nera? La storia vuole soffermarsi tra le sfumature di questi colori cercando una risposta con equilibrio, quello che dimostra l’infermiera Lib che pian piano, con rispetto per la fede ma non appannata da risposte certe, cercherà la verità e una via di uscita.
Da vedere fino all’ultimo per capire i risvolti della trama tanto semplice quanto complicata, tra simbolismi, preghiere e un atto di trasformazione, il film ci parla non di vita e di morte ma di trasformazione, come un battesimo trasformativo tra acqua e fuoco, capirete nel finale.
Film necessariamente lento per la storia trattata e con una buona fotografia tra scenari interessanti, come l’atmosfera che si crea e il sonoro leggero e azzeccato. Si perde un po’ di ritmo nella parte centrale dove tutto sembra troppo uguale e ripetitivo.
Interessante il gioco tra simboli duali che sono gli elementi portanti nel film, acqua e fuoco, dentro e fuori, verità o menzogna, scienza e fede, che con delicatezza amplificano la necessarietà dei rituali.
Interessante anche l’analisi dell’estremizzazione tra scienza e fede,tra vero e falso, che fa riflettere sui preconcetti che spesso tutti noi ci facciamo senza analizzare meglio le cose da tutte le prospettive.
Buona interpretazione di Florence Pugh, che ricorda la prova attoriale in Midsommar a cui, anche se di tutt’altro genere, il film per alcuni aspetti gli somiglia.
Consigliato.
Giudizio complessivo: 6.5
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