The Midnight Meat Train: Dal Racconto di Barker al film di Kitamura




Questa estate, quando sono andata a trovare Luca (aka Recensissimo) ho avuto la brillantissima idea di regalargli una mia copia doppia di Infernalia di Barker e...penso di averlo fatto invitabilmente precipitare nella tana del Bianconiglio.

Per chi fosse un neofita, Infernalia, è il primo volume di sei di racconti dell'orrore, conosciuti come Libri di Sangue, scritti dal più grande autore/regista/sceneggiatore di horror che mai abbia camminato su questa terra: Mr. Clive Barker.

Infernalia è sicuramente fra le opere più consociute di Barker, senza dimenticarci del suo capolavoro Cabal (NightBreed nella sua versione per il cinema) e soprattutto Schiavi dell'Inferno (Hellraiser vi dice niente?). Se siete amanti dell'horror cinematigrafico ma non avete mai letto nulla di suo, avrete sicuramente visto una qualsiasi trasposizione, perchè tantissimi racconti dei Libri di Sangue sono poi diventati film..CANDYMAN-CANDYMAN-CANDYMAN (quello del '92 eh, non quella mezza schiefezza del 2021).

Abbiamo deciso di focalizzarci su una racconto di Infernalia che si intitola Macelleria Mobile di Mezzanotte e della sua trasposizione per il cinema. Inizio dicendo che nella mia recensione del racconto ci saranno SPOILER!!

Partiamo dalla trama: Leon Kaufman, si è da poco trasferito a New York, città che ha sempre sognato, il suo "Palazzo delle Delizie". Ma anche nelle più belle storie d'amore, l'infatuazione iniziale va piano piano sbiadendo. Nel frattempo a rompere questo idillio ci sono il ritrovamento di corpi straziati, nudi, dissanguati, trattati come buoi al macello che vengono abbandonati senza ritegno nei vagoni della metropolitana. 


"New York era solo una città. L'aveva vista svegliarsi baldracca la mattina, scalzarsi morti ammazzati dai denti e morti suicidi l'intrico dei capelli. L'aveva vista a notte inoltrata corteggiare spudoratamente la depravazione nei suoi sudici vicoli.[...] Non era un Palazzo delle Delizie. era nutrice di morte, non di piacere"


Ed è qui che la storia diverge, seguiamo Kaufman un uomo abbastanza noioso e annoiato dalla vita e dal prossimo e dall'altra parte iniziamo a conoscere Mahogany. il macellaio. 


"Lui era un predone della notte, come Jack lo Squartatore, come Gilles de Rais, vivente personificazione della morte, un'ombra con sembianze umane. Era un'insidia del sonno e un evocatore di terrori."


Mahogany è il lupo travestito da agnello, che si crogiola nella sua assoluta anonimità per assolvere al suo compito e cioè squartare e dissanguare gente per un ordine superiore, per nutrire una città nata sulla morte e che continua a viverci e ovviamente a nutrirla.

Il racconto è estremamente gore e sanguinoso, e come tutta l'opera di Barker infinitamente visivo e viscerale. Vedendo arrivare la metropolitana in una sera milanese sembra proprio di vedere chiaramente le descrizioni dei corpi smembrati.


"Quel corpo fin troppo nudo era stato appeso per i piedi a uno dei sostegni fissati al soffitto della carrozza e sotto di esso era stato sistemato un secchio di plastica nera foderato con un sacco di plastica pure nera, perchè raccogliesse il notevole quantitativo di sangue che sgorgava dalle ferite."


Come in tutte le opere di Barker c'è molto sotto la superficie sanguinolenta delle cose: qui siamo davanti, soprattutto SPOILER con le figure dei Padri Fondatori, alla metafora di una New York come una città che per vivere deve fagocitare i proprio abitanti per sopravvivere al cambiamento. Una città, come racconta il nostro protagonista,  in cui la morte è palpabile e conoscere qualcuno morto ammazzato è chic. 

Come in tutte le storie di Barker il sovrannaturale è veicolo per far entrare il lettore nella visceralità della realtà. Nonostante l'estrema brevità è una storia completa, pregna di significato, di macabro e di sangue. Spero che la trasposizione sia all'altezza della storia originale e delle sue scene più salienti: come dimenticare quando Kaufann si trova nel momento sbagliato sul treno sbagliato e nella carrozza subito dietro Mahogany sta affettando un po' di persone. 

Nonostante qualche spoiler non ne farò certamente sul finale che possiamo leggere come una "rivincita" dell'accidioso Kaufman su una vita che fino ad allora non lo completava. 

Amo Barker più di qualsiasi cosa al mondo, colleziono prime edizioni delle sue opere, conosco la sua scrittura e so cosa aspettarmi dalle sue storie, ma ogni volta rimango sempre a bocca aperta davanti alla bellezza dei suoi racconti che sono certamente violenti, truci, splatter, spaventosi, violenti ma sotto l'horror (quello fatto bene) c'è sempre molto altro. 

Vedremo di far diventare queste chiacchere su Barker una sorta di rubrica perchè i racconti sono tanti e i film ispirati idem. 


"Il Palazzo delle Delizie accolse l'atto di adorazione senza commenti."


Buona lettura; 




Che Clive Barker offra innumerevoli spunti sia se stesso che ad altri registi è innegabile, la storia parla chiaro, per cui cominciamo ad analizzare i film tratti dai suoi Books of Blood, partendo per l’appunto da Macelleria Mobile di Mezzanotte, alias The Midnight Meat Train.

La solita pessima traduzione italica lo ha trasformato in Prossima Fermata: L’Inferno, che chiaramente non regge il confronto col titolo del racconto, ma che almeno rende piuttosto bene il concetto di ciò che ci troveremo davanti. Già dalle prime fasi infatti incontriamo una bella scena splatterosa con generoso spaccio di emoglobina, che ripercorre quindi la tendenza del racconto di Barker.

Brevemente la trama (necessaria in quanto vi sono alcune divagazioni rispetto al racconto). Un fotografo sempre in cerca dello scatto che potrebbe farlo finalmente svoltare, nonostante i saggi inviti a desistere della fidanzata, si mette in caccia di un losco figuro che sembrerebbe essere il responsabile di svariate sparizioni ed omicidi avvenuti su una linea della metropolitana. Ovviamente non finirà benissimo.


Il regista coinvolto in questo progetto è tale Ryuhei Kitamura, che prima di questo film mai avevo sentito nominare (e onestamente non mi pare abbia prodotto infatti perle immemorabili) e che in seguito si è fatto notare (timidamente) con l’appena accettabile No One Lives e (meno timidamente) con il più recente ed apprezzabile Downrange. Ma tra i 3 a mio avviso il vero centro lo ha fatto con questo film, perché siamo d’accordo che il soggetto era servito su un piatto d’argento, ma la componente tecnica è stata a mio avviso sicuramente degna di nota, con svariate riprese assolutamente pregevoli, in particolare quelle del treno in movimento usate spesso come intermezzo tra una sequenza e l’altra.

Gli effetti poi sono molto validi ed in alcune parti pure decisamente realistici; l’occhio che schizza è sempre un bel vedere, così come l’estrazione di denti e unghie fa sempre dannatamente male, anche quando coinvolge inermi cadaveri. La lotta tra i corpi appesi è inoltre molto suggestiva, così come la scena nel macello, e mi consente di dire due parole sulla figura di Mahogany.

Il personaggio, già da quello che si leggeva nel racconto, è chiaramente uno di quelli che difficilmente ti scordi. Freddo e spietato, necessitava di una faccia che incarnasse appieno queste caratteristiche e quindi chi meglio di uno che detiene il record per il cartellino più veloce, (3 secondi), che è stato espulso 12 volte nella sua carriera in Premier League e che ha demolito la carriera del povero Gary Stevens con un intervento killer? Signore e signori eccovi pertanto servito Vinni Jones, in tutta la sua “macellerità”. Nel complesso il rude Vinnie, oltre ad essere perfetto per il ruolo, se la cava più che dignitosamente davanti alla macchina da presa, tanto che infatti vanta svariate apparizioni anche in film di buon successo.


Brooke Shields resta sempre una gran patatona, seppur con un ruolo marginale, mentre Bradley Cooper non mi ha entusiasmato troppo, forse anche grazie ad un doppiaggio non eccessivamente efficace (per una volta che per sbaglio non vedo un film in lingua originale, mannaia). E a proposito di doppiaggi, risulta invece pessimo quello di Leslie Bibb, che rende il personaggio molto più insopportabile di quello che in realtà poi è.

Il film scorre piuttosto bene e offre un buon intrattenimento, seppur ogni tanto fanno la comparsa momenti non esattamente esaltanti, tipo i siparietti di coppia o quando la ragazza e l’amico diventano super detective coraggiosi e iniziano la loro indagine personale (molto forzata questa parte). Ma nel complesso non ci possiamo lamentare, la voglia di sangue instillata da Barker viene soddisfatta più che dignitosamente.

Molto bello il finale, sia a livello di immagini (l’estirpazione del cuore, con annessa frase "Ora serviti, come facciamo tutti, senza domande", chiama l’applauso), che nel modo in cui viene rappresentata la realtà del mondo sotterraneo (capitemi, che non voglio spoilerare). La risoluzione barkeriana avrebbe infatti potuto dar origine ad una rappresentazione che finisse con lo scadere nel grottesco non voluto, cosa che invece non avviene, grazie anche all’abilità del regista nel mostrare il giusto e nel non esagerare.

Un ottimo racconto quindi, da cui è stato tratto un buon film.

Enjoy,



Trailer




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