La Scuola Cattolica: La Recensione del Film



Regia: Stefano Mordini


Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Edoardo Albinati, che ha vissuto in prima persona le contraddizioni e l’ipocrisia di quella scuola e di quella società.

Ci troviamo a Roma, nel 1975. L’istituto scolastico -privato- San Luigi è riservato all’alta borghesia. Prevalentemente maschile e di stampo cattolico, impartisce ai ragazzi una rigida educazione. Devono mostrarsi virili. Comportarsi da uomini. Devono pregare Dio e aggredire il prossimo, lasciando sfogare una rabbia che “rischia di accumularsi.”

Ma Edoardo, che osserva silenziosamente i compagni, sa bene che il patriarcato e la mascolinità tossica si respirano ovunque. Anche tra le mura di casa, in cui ogni errore si paga con il sangue.

Ricorda soprattutto tre ragazzi: Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira. Ribelli, apparentemente forti e spregiudicati. Pronti a colpire con le parole e con i fatti chiunque gli metta i bastoni tra le ruote. In quello stesso anno, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti entrano nelle loro vite. Belle e innocenti, si lasciano soggiogare dal fascino di quei tre che, ben presto, si sarebbero rivelati degli assassini.


Angelo Izzo le porta a San Felice Circeo con l'inganno. Le rassicura, scherzano, ridono insieme. Nessuno, forse neanche i carnefici stessi, si aspettavano un epilogo del genere. Le due ragazze vengono chiuse in bagno. Per poi essere massacrate, aggredite e stuprate per più di 24 ore. Senza pietà. Senza rimorso. E quando Rosaria viene annegata nella vasca, Donatella capisce di non avere più tempo: deve salvarsi.

Il film è molto fedele al libro, e la mia critica vuole partire proprio da qui.


L’autore ha posto in secondo piano il massacro del Circeo, dando molto più spazio alle dinamiche sociali e politiche di quegli anni. Si pregava Dio in una scuola in cui gli assassini giravano tranquillamente per i corridoi. E i ricchi, assuefatti dal privilegio, sapevano di non correre alcun rischio. Si andava a Messa la domenica per poi ribaltare la Bibbia e agire in modo diametralmente opposto. E ogni famiglia aveva degli scheletri nell’armadio. Ecco quindi le profonde contraddizioni di una società che ostentava perbenismo e cristianesimo.

Tuttavia questa parte sembra essere la più rilevante del film, dato che del delitto si parla per una breve durata. Quasi come se l’autore volesse (consapevolmente?) giustificare gli aggressori in quanto vittime di quel tempo che non lasciava scampo agli uomini. Edoardo dice infatti che “Nascere maschio era una malattia incurabile. [...] Ogni giorno dovevi dimostrarti un vero uomo e poi ripartire da zero per dimostrarlo ancora”.

Data questa premessa, prima di una tragedia di cronaca nera, suona un po’ come una giustificazione. Ma i tre ragazzi hanno ucciso non per dimostrare di essere uomini, ma perché sono semplicemente assassini e stupratori.

Buona visione,



Trailer



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