Autore: Clive Barker
Ebbene sì, nonostante sia un appassionato di narrativa e relativa filmografia horror, ancora non avevo letto nulla di Clive Barker, solamente visto i due grandi capolavori Hellraiser e Cabal.
Per cui eccomi a parlare del suo primo lavoro, Infernalia, antologia di racconti del 1984 (anno in cui nascevo io per altro) che dà inizio alla fortunata serie Books of Blood, che vanta in totale sei volumi, e che se vi comportate bene vi racconterò prossimamente.
Infernalia nello specifico è composto da 5 racconti più una cornice e, come spesso mi piace fare con le antologie, libri o film che siano, li analizzeremo uno ad uno.
Il Libro di Sangue (The Book of Blood)
Un uomo ha la brillante idea di tentare di fregare i morti, millantando di poter interagire con loro. Ovviamente questi si incazzeranno e inizieranno ad usarlo come tela su cui scrivere i loro racconti più macabri.
"Lui era un libro di sangue e lei era la sua unica traduttrice".
Questa è di fatto la cornice, che permette di introdurre il concetto dei Libri di Sangue, dal momento che proprio da ciò che accade qui, hanno origine le storie che andremo a leggere in tutti e sei i volumi. La penna di Barker si nota sin dal principio e il modo in cui descrive le visioni della donna e la morte dell’assistente è a dir poco eccezionale. Un inizio col botto che fa ben sperare.
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Macelleria Mobile di Mezzanotte (The Midnight Meat Train)
Un uomo corona il suo sogno di andare a vivere a New York, ma ben presto si accorge che la Grande Mela non è poi la terra promessa che si aspettava. La metropolitana in particolare è il teatro degli omicidi di un certo Mahogany, che per qualche ragione sembra trattare i corpi dei cadaveri con particolare cura.
"Sorrideva soddisfatto di se poco sopra un grembiule di maglie di metallo, lercio di sangue. Quella era la macelleria mobile di mezzanotte".
Uno dei racconti più validi, bello violento e sanguinoso e che mette in mostra la grande fantasia di Clive Barker. L’immagine della donna appesa resta ben salda nella memoria e la tensione che si percepisce sul treno non da tregua al lettore.
"Pezzi di umanità rasati, dissanguati e squarciati pendevano come pesci sventrati, pronti per il banchetto".
Da questo racconto è stato tratto nel 2008 il film Prossima Fermata - L'inferno, diretto da Ryūhei Kitamura.
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Il Ciarliero e Jack (The Yattering and Jack)
Un demone viene incaricato da Belzebù in persona di perseguitare un certo Jack Polo, reo di essere discendente di un parente che non aveva rispettato un patto fatto col demonio. Quella che doveva essere una missione tutto sommato semplice, si trasformerà in un incubo, ma per il demone.
"Senza testa, perdendo ripieno e cipolle, zampettava come se nessuno gli avesse detto che era morto".
Questo è sicuramente il racconto più “leggero” del lotto, con alcuni passaggi grotteschi che però fanno sorridere. L’immagine del tacchino vivo nel forno (da cui la frase sopra riportata) è assolutamente brillante e fa da contorno ad un demone senza dubbio rincoglionito, che si merita di restare tra quelli di serie b.
Mai Dire Maiale (Pig Blood Blues)
Un ex poliziotto viene mandato ad insegnare in un riformatorio, al cui interno si trovano ragazzini piuttosto problematici. Ma il pericolo più grande non sembra venire dai detenuti, quanto da una gigantesca scrofa presente nel cortile, che non sembra proprio essere l’animale più amichevole.
"Lo ha mangiato e adesso lui parla attraverso la sua bocca".
Alla fine della fiera forse risulta, a mio avviso, il meno efficace dell’antologia, ma resta comunque un pezzo assolutamente interessante, con la figura imponente della bestia che terrorizza ed incuriosisce. Il finale soprattutto è decisamente apprezzabile, con la “fusione” Lacey-Maiale che appare proprio come una tipica creatura Barkeriana.
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Sesso, morte e stelle (Sex, Death and Starshine)
Terry Calloway sta per dirigere La Dodicesima Notte di Shakespeare in quella che dovrebbe essere l’ultima rappresentazione di un teatro che sta per essere demolito. Purtroppo la sua attrice di punta, abilissima nei servizietti extra elargiti al regista, non è proprio la miglior candidata per portare l’opera al successo, ed è qui che entra in campo il misterioso Lichfield, che sembra portare una certa vitalità allo spettacolo.
"Recitare la vita...ah, Tallulah, recitare la vita...che cosa curiosa. Talvolta mi domando per quanto tempo ancora saprò continuare in questa illusione".
Forse il racconto migliore, una vera dichiarazione d'amore verso la recitazione, che non muore mai a differenza degli attori. Lichfield è senza dubbio uno dei personaggi più carismatici dell’intero libro e la moglie Constantia gli dà un brillante supporto. Eccezionale la seconda parte con la realizzazione dello spettacolo e il gran finale: "Recitiamo la vita, naturalmente! E sorridiamo!".
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In Collina, le Città (In the Hills, the Cities)
Due amanti sono in viaggio attraverso paesini di campagna della Yugoslavia. Tra un battibecco e l’altro, finiscono col trovarsi sul campo di battaglia in cui due città, Popolac e Podujevo, si dichiarano guerra. Ma scordatevi i modi convenzionali, in questo scontro di convenzionale non c’è proprio nulla.
"Il fianco destro vomitò cittadini come un'arteria recisa che schizza sangue".
Incredibile come Barker ridisegni il concetto dello spirito di unione che può avere una città, una fantasia ed un’inventiva che dà origine ad un racconto surreale, ma allo stesso tempo macabro e violento, con una quantità di morti che non si vedeva da lustri. Il termine “yugoslavo”, utilizzato in più di un’occasione, sicuramente genera forte nostalgia nei nostalgici come me ed il finale con uno dei due ragazzi totalmente affascinato dall’enorme creatura chiude perfettamente il racconto e l’antologia.
Ottimo esordio di Clive Barker, che consiglio di recuperare a tutti gli appassionati.
Buona lettura,
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