Autore: Amélie Nothomb
Leggere per capire verità e menzogna, è prezioso. Leggere seriamente è indispensabile e, per farlo, è necessario abbandonare "vaccini, scafandri, griglie di lettura" come dice la nostra Nothomb.
Leggere è cibarsi, masticare e assimilare ciò che i nostri occhi ingurgitano.
Amélie Nothomb non è scontata, è ingegnosa, sorprendente, fuori dal comune. Il libro è breve, la trama decisamente semplice, ma quel dialogo serrato, quel che avviene in questi incontri, la sua struttura...beh strabilianti.
Cinque giornalisti e un protagonista (romanziere premio Nobel per la letteratura) si trovano, uno dopo l'altro, alla vigilia della dipartita di quest'ultimo, per strappagli l'intervista finale. Quattro fuggiranno da quella stanza rabbiosi, vomitando, profondamente turbati, umiliati, offesi, derisi a causa dell'evidente disparità intellettiva che il romanziere non mancherà di evidenziare.
Dialogare con lui è una battaglia estenuante: uomo geniale, obeso, misogino, misantropo, impudico, ingrato. Ed è proprio qui che sta la bellezza del romanzo: un'escalation di dialoghi e ragionamenti che avrà la sua massima esplosione con la quinta giornalista, unica donna alla quale è stata concessa l'intervista, quella che, nonostante le reazioni dei colleghi precedenti, lo affronterà senza paura e in modo inaspettato.
Un botta e risposta che non dà tregua, che dona continui spunti di riflessione attraverso sfide grammaticali e di logica, una battaglia verbale che solo la Nothomb sa creare, trascinando noi lettori in ore inaspettate di grande concentrazione, fermento e talmente coinvolti da queste riflessioni da non notare il tempo che passa e l'arrivo rapidissimo dell'ultima pagina.
Verbi difettivi, amore, sentimenti, passione, pazzia, lucidità, bulimia, fragilità, cinismo, perfidia, cattiveria, segreti, umiliazione... Tutto in un dialogo estremamente sofisticato.
Consigliato? Si. Assolutamente.
Buona lettura.
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