Autore: Jack Ketchum
Come ho già detto e scritto più volte, il film che probabilmente mi ha disturbato di più in assoluto è stato The Girl Next Door di Gregory Wilson, ispirato alla storia vera della povera Sylvia Marie Likens e tratto da questo romanzo di Jack Ketchum.
Ecco, se pensate che il film sia un vero e proprio cazzotto nello stomaco, beh sappiate che il libro è mooolto ma mooolto peggio. Ma purtroppo andava letto per chiudere il cerchio con questa storia e in fin dei conti sono contento di averlo fatto.
Tra l’altro non avevo mai letto nulla di Ketchum (sì lo so è grave la cosa), e questa è stata senza dubbio l’occasione giusta, anche se terminare la lettura è stato davvero faticoso lo ammetto. Non tanto perché sia un pessimo libro eh sia chiaro, questo non è in discussione, ma perché la rabbia che ti monta dentro mentre scorri le pagine ti invoglia letteralmente a strapparne una ad una e di chiudere lì la questione. Ma se poi il libro te lo ha prestato un amico potrebbe essere un casino, quindi coraggio e forza d’animo.
Il malumore ti coglie sin dalle prime battute, quando Meg comincia a manifestare i primi dubbi in merito alla sua nuova dimora. E in tutto questo, conoscere già l’intera vicenda, di certo non aiuta, visto tutto ciò che la ragazza dovrà subire da lì a poco.
Ketchum si dimostra davvero abile a raccontarci la vicenda, e il fatto di utilizzare la prima persona ti aiuta ancor di più ad immedesimarti in quel dannato scantinato. Viene inoltre posta l’attenzione pure sul drammatico conflitto interno che ben presto si annida nel giovane protagonista della vicenda, che attraverso la narrazione dei fatti cerca quasi di trovare una sorta di giustificazione per il non essere riuscito a non partecipare ai “giochi” architettati dalla mente malata della perfida Ruth.
"Finché mantenevo quella presa di posizione, potevo pensare di essere, se non del tutto innocente, non propriamente colpevole".
Lo stile essenziale e senza fronzoli, contribuisce a sbatterti in faccia le cose così come sono, senza alcun momento di pausa. E tutto ciò ti colpisce davvero, non solo per le violenze fisiche (e psicologiche) a cui vengono sottoposte le due sorelle, ma pure per come la faccenda diventi quasi normale per tutti i ragazzi coinvolti. Ruth ordina e loro eseguono quasi come se fosse un gioco.
Molto suggestiva, nell’edizione che ho letto, la nota finale di Stephen King, che riesco ad apprezzare anche quando scrive di altri. Interessante la disamina che ci regala sul romanzo, chiudendo con l’affermazione che "La Disney non produrrà mai un film tratto da un libro di Jack Ketchum". Ed effettivamente mi sento di condividerla in pieno 🤣.
Come già accennavo, non ci ha pensato la Disney, ma bensì Gregory Wilson a riportare su schermo questa storia e credetemi, se il film vi ha fatto male, questo libro saprà farlo molto di più.
Qui il libro
Buona lettura,
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