Autore: Marco Cardone
Maremma scrittrice, quando il tuo sodale Marco Zamanni ti passa certi libri, sai che ti devi fidare, nello stesso modo in cui ti propone progetti. ‘Un se fa i bischeri e si legge, Maremma Zamanna!
In effetti ringrazio il mi’ compare (si sente l’accento toscano?) per questo romanzo a firma di Marco Cardone edito dai tipi della Acheron Books, a metà tra un regalo e uno sbarazzo: ma aveva ragione, mi è piaciuto, a partire dalla copertina accattivante, con un piatto dentro il quale campeggia uno strano peperoncino con fattezze da Arcimboldo mostruoso; non brucia la lingua, te la morde direttamente.
Nero Bonelli è un cuoco e titolare del ristorante Gallo Nero, situato nelle dolci colline del Chianti, le stesse dove “Sting e altri vip hanno inventato la stronzata del Chiantishire”. Il nostro chef, oltre ad avere problemi di gestione ahimè noti (parlo per un amico, eh) tra dipendenti da pagare, tasse, pochi clienti e umilianti serate tex.mex dove manca solo la formula all you can eat, si ritrova ad affrontare uno strano mostro che cerca di sbranargli i pargoli. Dopo averlo fatto secco, ha il problema di sbarazzarsene e mettere tutto a tacere: ma come fare? Forse servirlo come ragù della casa non è una brutta idea…Finché il sugo non dà l’effetto di natural viagra e la clientela aumenta. Nero suo malgrado si ritroverà da Masterchef a Monster Chef dando la caccia ad altre creature assieme allo scafato aiuto cuoco Mirco che ha fiutato il business – oltre al ragù – e vorrebbe anche lui la sua fetta di utili in società. Il problema è che le creature sono varie e non si conoscono gli effetti, Maremma impepata: per esempio, voi mangereste una tartare di sirena? E un serpe-gallo ha il sapore del pollo oppure no? Magari con due crostini sopra…
Bravo Marco Cardone, che ci offre un pranzo – pardon – romanzo vernacolare, con parlata toscana che non ti levi più dalla testa con vocali aspirate e sillabe tronche, farcito di humor nero e amore per la terra che racconta. Più che un romanzo horror siamo sul grottesco, tra situazioni paradossali, citazioni appena camuffate ma funzionali –vedi Tatanka, il personaggio di Hard Boiled è Wolf di Pulp Fiction, e dire che a leggerlo subito c’ero cascato - personaggi umani, fallibili, ma nello stesso tempo reali, come Marica, la tettona tanto ridanciana quanto fastidiosa nel ridere a sproposito, cioè SEMPRE!
In sintesi una Ribollita Pulp, gradevole e avvincente, che a leggerlo in questa stagione – oltretutto si svolge d’estate – diventa un stuzzicante invito a prender l’auto e fare una gita attraverso le colline, i viali alberati, città fortificate e fermarsi alla prima trattoria col pergolato di Kraken a mangiarsi una chianina mannara e due fegatini di uccelli stinfali, con tanto di fiasco di rosso di Roccia Fava (Va bene, la smetto).
A corredare tutto, c’è pure un ricettario mostruoso, che fa da ideale ammazza caffè.
Maremma recensora, vi auguro bona lettura!
Qui il libro
Nessun commento:
Posta un commento