Autore: Raffaele Malavasi
L’idea “squadra che vince non si cambia” indubbiamente ha colpito anche Raffaele Malavasi e a beneficiarne, oltre allo scrittore stesso chiaramente, lo sono pure i suoi lettori.
Undici Morti non Bastano segue cronologicamente Tre Cadaveri, Due Omicidi Diabolici e Sei Sospetti per un Delitto, riprendendo di fatto da dove ci si era fermati alla fine dell’indagine precedente, per potersi così tuffare in quella successiva (consigliato quindi rispettare l’ordine cronologico).
Brevemente la trama. In una località sperduta dell’entroterra Genovese, viene ritrovato il cadavere semi imbalsamato di una donna, riportando alla luce una serie di delitti avvenuti in quella località a partire dal dopoguerra. Sarà prudente per la squadra ficcare il naso in quelle vicende???
Nella prima parte le storie dei protagonisti si mantengono sempre piuttosto separate, ognuno ha i suoi problemi e le sue piste da seguire e i capitoli, sempre molto brevi, ripercorrono le loro vicende in un’alternanza che riesce a mantenere sempre vivo l’interesse, senza tuttavia perdere il filo della faccenda.
Si passa da un Red spiato che fatica a controllare il figlio, anch’esso coi suoi problemi adolescenziali e la stretta sorveglianza dell’Angelo Custode, a un Manzi impegnato nelle indagini a Sparzi e alla Costa alle prese con il tentato suicidio di una giovane ragazza. Quando poi i pezzi cominceranno a combaciare, verso la fine, ecco che li ritroveremo a stretto contatto per risolvere anche questa intricata situazione.
Lo stile resta anch’esso immutato, proponendo descrizioni sempre gradite dei luoghi genovesi, riferimenti a situazioni attuali (vedi cinghiali nel Bisagno) e siparietti in dialetto che per altro vengono pure “tradotti” nel dizionario posto a fine libro. L’aggiunta di nuovi personaggi, in particolare gli esponenti delle famiglie Oneto e Pareto, aggiungono quel pepe in più che ti lega alle pagine, e ben si amalgamano con gli intramezzi in corsivo legati al punto di vista delle vittime.
Se quindi già si parte bene, dopo gli eventi che coinvolgono in maniera diretta Manzi il ritmo diventa frenetico, così come la lettura. E le deduzioni di Spada restano sempre il top (eccezionale in particolare quando smerda il carabiniere).
Tuttavia ho trovato il racconto leggermente “esagerato”, con diverse situazioni molto al limite e piuttosto difficili da risultare credibili. Certo alla fine torna tutto e non sono presenti buchi, ma nel complesso mi è parso un po’ forzato, oltre che appena appena confuso in alcuni frangenti. Pure la storia di Red e suo figlio, ad un certo punto resa ampiamente protagonista, viene poi retrocessa in secondo piano e sbrigata con un po’ troppa fretta.
Nonostante ciò, rimane una lettura assolutamente piacevole, che chi ha apprezzato i precedenti capitoli, sicuramente riuscirà a gradire senza problemi, in attesa di capire se Malavasi avrà voglia di regalarci una prossima avventura (io credo di sì 😉).
Giudizio complessivo: 7.5
Buona lettura,
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