Le Notti Di Salem: La Recensione di Libro e Film




Dopo la supplenza trash di Luca Rait, che ringrazio comunque per la ricreazione, si torna a ripassare. Eh già perché a settembre ci rimandano al cinema col terzo adattamento di Le Notti di Salem, tratto dal romanzo di Stephen King

Ma scegliere Rose Maddder o La Bambina che amava Tom Gordon, fa brutto? Non mi sembra che zio Steve abbia problemi a cedere i diritti, oltretutto a parere personale trovo che la sua prosa si adatti bene al format di serie tv, vedi 22/11/63. Comunque, prima di giudicare vedremo quest’autunno cosa tireranno fuori. Per ora, ripasso, che poi interrogo!


1) Le Pagine di Salem

Le Notti di Salem è stato il mio primo incontro con lo zio Steve, quasi trent’anni fa, un regalo per il tredicesimo compleanno. Mi sembrò un romanzo strano, ma mi piacque proprio per questo. Cioè, prima vieni immerso nella vita della ridente cittadina, captando qualche segnale di nuvolo all’orizzonte. Poi all’improvviso…ti ritrovi dentro alla pozzanghera, circondato dall’orrore, senza capire bene come sia successo, proprio come i protagonisti del libro. Vediamo la trama:

Lo scrittore Ben Mears torna al paesello natale, Jerusalem’s Lot, detta anche Salem’s Lot. L’uomo è lì per scrivere un libro su casa Marsten, una vecchia bicocca maledetta in cima alla collina, che da piccolo lo ha spaventato. Durante la permanenza avrà tempo di innamorarsi dell’oriunda Susan, fare amicizia con l’anziano professore Matt Burke e fronteggiare Kurt Barlow, nuovo inquilino di casa Marsten e vampiro millenario venuto in cerca di un posto dove mettere su colonia, trasformando gli abitanti del paese con l’aiuto del fido aiutante Straker

Le Notti di Salem è il secondo romanzo di Zio Steve, che originariamente doveva intitolarsi Second Coming. E’ un romanzo corale, la storia di un “paese che conosce la tenebra”, per citare il libro, quasi tutti gli abitanti hanno segreti e meschinità, insomma habitat perfetto per Barlow il vampiro. Dracula incontra Peyton Place, ed è la forza del libro, e sarà anche una costante della produzione dello zio: la comunità chiusa coi suoi segreti. Infatti, tutte le dinamiche tra i vari abitanti sono terreno fertile per lo scatenarsi del vampirismo, che cala a poco a poco, come si assottigliano le giornate durante l’autunno del libro, implacabile ed inesorabile, secondo il ritmo del lunario del contadino che scandisce i capitoli, dove ogni giorno le ore di luce durano sempre meno. 

Sì, ma…I vampiri? Sono esseri ammalianti, con occhi di brace, svolazzanti e pericolosi, la versione oscura degli abitanti, anche se il loro leader Barlow è una spanna sopra tutti. Bello, cereo e ben curato, ha campato più di mille anni perché sapeva come farsi i ca…nini suoi è l’avversario sfuggente e letale, che ha dalla sua l’astuzia e l’aiuto del sodale umano Straker. Passaggi ad effetto ce ne sono tanti. Fatevi un viaggio fra le pagine del Lot, e fatelo ora, che le giornate si allungano….



2) Lo schermo di Salem

Tanta bella materia non poteva che essere oggetto di trasposizione cinematografica, una volta capita l’equazione Stephen King = Soldini. Dopo Carrie di De Palma, nel 1979 è il turno della cittadina vampiresca. Mi ricordo quando affittai il film: 90 minuti. “Bello, però avrei messo più cose.” Ho pensato. E infatti ho scoperto che la versione originale americana dura tre ore, ridotte a due per i cinema europei, e 90 minuti per l’home video! Ma si puòòòò??? No, bisogna vedere quella integrale, dove a) si inserisce tutto b) c’è il prologo/epilogo tra Ben e Susan.


E’ un prodotto per la tv, però funziona. Primo perché alla regia c’è Tobe Hooper, l’uomo di Non Aprite Quella Porta, non so se rendo l’idea, secondo perché il formato da miniserie gli dà la giusta dimensione per la storia del paese. Ben è David Soul, il biondo del telefilm Starky & Hutch, Staker è l’anziano ma granitico James Mason, mentre Barlow qui è molto diverso. Niente damerino, qui è una creatura primordiale, bluastra e gnaulante, ispirata a Nosferatu. Un po’ più di sagacia per il capo vampiro me la sarei aspettata, ma va bene così. I vampiri inquietano ancora oggi, con i loro volti lividi, dal piccolo Danny in pigiama che svolazza alla finestra chiedendo di farsi aprire, al becchino Mike Reyerson, che vampirizzato fissa il povero Matt Burke – e noi spettatori - dalla sedia a dondolo, sussurrandogli sepolcrale: “Guardami…Guardami…” Fa venire i brividi ancora oggi.


In definitiva resta ancora l’adattamento migliore, curato, corale e forte dell’essere contemporaneo al libro. Non come quella ciofeca di…


3) Il remake di…Salem’s Lot

Salems’s Lot è il remake datato 2004. Un’ operazione tutto sommato inutile. Della serie: ma che mi frega dello scrittore tormentato e sofferto che torna al paesello natio e lo trova infestato?

Ci sarà pure la CIG, ma + lontana dall’algida atmosfera del 1979. Qua di surgelato c’è solo il prodotto. E’ vero che recupera la figura di Padre Callahan, però è una serie abbastanza piatta. E non basta avere Donald Sutherland come Straker e Rutger Hauer come sofisticato Barlow, due nomi mica da poco, perdio!

Niente, meglio sfogliare il libro e recuperare la serie vintage by Tobe. Poi, sarò felice di ricredermi – e di recensirvelo - quest’autunno. Però ecco, meglio Rose Madder o L’Istituto.

Lunghi giorni, piacevoli notti (di Salem).

Buona lettura e visione,


Trailer (1979)



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