Autore: Elena Ferrante
“Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell’appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al rione alto, in cima a San Giacomo dei Capri. Tutto -gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole - è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione”.
L’Incipit de La Vita Bugiarda Degli Adulti è uno strappo, un dolore lancinante, una verità difficile da accettare dalla protagonista del romanzo: Giovanna, giovane tredicenne che, fino a quel momento, conduceva una vita abbastanza normale e agiata.
La sua famiglia poteva considerarsi una famiglia borghese, infatti non parlavano il dialetto, lei non aveva modi di fare sguaiati e soprattutto non conosceva la famiglia paterna; questo era l’unico tassello della sua vita che era praticamente inesistente.
Ma un giorno il padre afferma a bassa voce una frase che turba profondamente la protagonista “Sta facendo la faccia di Vittoria”. Questa frase l’ha ferita profondamente, da questo momento in poi non è più la stessa, è come se fosse avvenuta una smarginatura, il tempo si era fermato, qualcosa dentro di sé si era spezzato, forse era il suo cuore?
Suo padre non aveva quasi mai parlato della sua famiglia di origine, li disprezzava a tal punto che aveva chiuso tutti i ponti con loro, soprattutto con sua sorella Vittoria che lui definisce una donna malvagia capace di fare male a se stessa e agli altri.
Una delle tante domande su cui Giovanna si arrovellava era: “Sto diventando come lei?” “Sto diventando brutta esteticamente o anche caratterialmente?”. L’unico modo per placare la sua sete di conoscenza mista a paura e curiosità era andare a trovare di presenza sua zia, ma lei sa già che i suoi genitori e soprattutto suo padre non glielo avrebbero mai permesso, ma ormai che importa? Tanto per suo padre lei stava diventando brutta.
Inizia a cercare incessantemente indizi che potrebbero condurla a casa di Vittoria, fruga nei ricordi di famiglia e all’improvviso trova una scatola: ci sono una serie di foto di suo padre da giovane, in ognuna di questo foto era presente un rettangolino nero e Giovanna pensò che sotto quel rettangolino nero c’era la zia ,questo era un chiaro segno che lui avesse voluto cancellarla definitivamente dai suoi ricordi.
Giovanna ammette alla madre che non ce la fa più, deve assolutamente vedere Vittoria levarsi questo cruccio dalla testa, sono o non sono come lei? Ne parla con suo padre che rimane alquanto stupefatto dalla proposta della figlia e alla fine riesce a convincerlo ad accompagnarla da Vittoria. Giovanna e Vittoria si incontrano, sono due donne appartenenti a due mondi completamente diversi, Vittoria è una donna forte ma fragile allo stesso tempo, è rimasta sola e sa anche come difendersi dalle angherie degli altri, ha conosciuto l’amore ma l’ha perso.
Da questo incontro Giovanna sperava di dare una risposta alle sue domande, ma in realtà la funzione di Vittoria è quella di guida perché non bene e nel male cerca di svegliare la nipote dal sonno dogmatico e le spiega che in realtà non è tutto come sembra. Giovanna capisce che la zia ha ragione: è il momento di crescere, sperimentare, scavare a fondo, conoscere sé stessa.
Il padre, finora considerato un eroe, si trasforma in un mostro e la madre è solamente una pedina nelle sue mani incapace di lasciare andare il passato, mentre di sfondo alla storia ci sono anche altri personaggi amici di Giovanna.
Ne La Vita Bugiarda Degli Adulti troviamo Roberto un personaggio molto simile a Nino Sarratore de L'Amica Geniale, un'altra opera di Elena Ferrante. La protagonista se ne innamora subito è rimasta stregata dalle sue capacità oratorie ma soprattutto dalla sua intelligenza.
Il tempo passa, lei diventa una persona nuova, non si riconosce quasi più. Forse l’influenza di Vittoria è una cattiva influenza? Ma ormai è troppo tardi per tornare indietro. Decide di lasciarsi andare: è avvenuta una metamorfosi ed è diventata brutta e cattiva proprio come la zia. Ma c’è qualcuno o qualcosa che la salverà?
Qui il libro
Buona lettura,
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