The Innocents (2021): La Recensione del Film



Regia: Eskil Vogt

L’accoppiata film nordico e bambini malvagi nascondeva in se potenzialità interessanti ed infatti The Innocents (De Uskyldige in lingua originale), pellicola norvegese del 2021 diretta da Eskil Vogt, non ha deluso le aspettative.

Brevemente la trama. Una famiglia composta da madre, padre, figlia maggiore autistica e figlia minore si trasferisce in una nuova casa. Le bambine si troveranno quindi a stringere nuove amicizie che però, tra giochi telepatici e telecinetici, faranno emergere pian piano il lato preponderante presente in tutti i dannati mocciosi, QUELLO MALVAGIO.

Fino ad oggi non avevo mai sentito parlare di questo regista (che in effetti prima di questo ha firmato in regia solo Blind nel 2014, che non ho visto), ma fin dalle prime battute posso dire che riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, ponendo l’attenzione sui veri protagonisti della faccenda, i bambini, catturati in una serie di primi piani degni di nota e collocati all’interno di un contesto assolutamente intrigante.


Troviamo infatti sin da subito le difficoltà di integrazione delle due ragazzine, dovute al trasferimento e rese ancor più complicate dalle condizioni di salute di Anna, unite poi alle particolari abilità dei giovani abitanti del luogo, che mi hanno rimandato immediatamente alle vicende narrate dal vecchio King ne L’Istituto, romanzo che ho apprezzato davvero tantissimo. Le connessioni che si vengono a creare tra di loro e le storie di amicizia e rivalità, mi hanno davvero fatto rivivere con estremo piacere parte di quelle pagine.


Se quindi tutta la vicenda ruota attorno a queste innocenti creature, è evidente come sia stata di vitale importanza la scelta del cast, chiamato qui a confrontarsi in ruoli per nulla semplici e molto delicati. Rakel Lenora Fløttum, nei panni di Ida, riesce ad essere inquietante già dal primo sguardo, quando ancora non sai niente di lei e di quello che accadrà da lì a poco, ed ancora meglio riesce a fare Alva Brynsmo Ramstad, prendendo possesso del complicato personaggio di Anna e conducendolo sino alle battute finali attraverso lamenti, crisi isteriche, silenzi, sofferenza e connessioni telepatiche con l’amica Aisha, che riusciranno perfino a farle proferire qualche faticosa parola.

Ma pure gli altri due protagonisti riescono a lasciare il segno, facendo aumentare la convinzione che già i bambini sono malvagi inside a prescindere (concetto ampiamente sviluppato per esempio anche in Chi Giace nella Culla della Zia Ruth?), figuriamoci poi quando hanno il potere di poterti spaccare una gamba solamente con il pensiero. Effettivamente non credo sia stato particolarmente facile far portar loro a termine il film, ma la resa è stata decisamente elevata.


Alcune scene poi ti arrivano come un treno in pieno viso, totalmente inaspettate, una su tutte quella del trattamento riservato al povero gatto, che ancora una volta mette in risalto quanto sia pericolosa la minaccia quando arriva da chi non è esattamente consapevole della gravità di ciò che sta per commettere.

Per il resto, nonostante una durata vicina alle due ore ed un incedere non esattamente rapido, il film ti prende e ti rapisce, non ti accorgi minimamente dello scorrere del tempo e finisci con l’affezionarti a questa banda di potenziali serial killer in erba.

Un horror sicuramente atipico che, se perso per il lato giusto, sono certo che potrebbe regalare soddisfazioni, anche in virtù di un comparto tecnico sicuramente apprezzabile e di quella sana malinconia di fondo che una volta entrata dentro non ti abbandona più.

Gran bella scoperta.

Giudizio complessivo: 8

Enjoy,


Trailer



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