Regia: Lucio Fulci
Paura nella Città dei Morti Viventi, è stato il mio primo Fulci volutamente cercato, al netto di un paio di film suoi beccati in tivù come Sella d’Argento e il ben più figo Zombi 2.
Sapevo che i dizionari mi ammonivano severi parlando di “bassa macelleria”, “truculenze” e “solito Fulci”, ma io ne avevo voglia come quando ti piglia il languore di paninazzo putrefarcito (sic) e bisunto che ha tutto il sapore del miglior proibito e le peggio cose dentro. Così andai dal videotecaro possessore della VHS e me lo sparai giù per il gargarozzo, pardon il videoregistratore.
A Dunwich, padre Thomas s’impicca ad un albero del cimitero. A New York durante una seduta spiritica la medium Mary “capta” il fattaccio e collassa; è l’Apocalisse che sta per arrivare assieme ai morti, come descritto nel Libro di Enoch. Mary viene creduta morta e inumata, ma il giornalista Peter, che indaga sulla faccenda e presente alla sepoltura, sentendo un lamento provenire da terra, prende a picconate la bara, cosa che a momenti non l’accoppa per sempre. Insieme i due si recano a Dunwich per cercare di fermare il Male, ma in città si avverano le peggio cose, tra morti viventi e vivi morenti, piogge di vermi e altre attrazioni…
…compreso un finale tanto enigmatico quanto geniale. Confesso di averlo rivisto due o tre volte di file per capirlo e poi aver cercato lumi in giro; vi dico solo che fu un’idea del montatore, Vincenzo Tomassi, e che assieme alle facce perplesse dei due attori, confeziona una sequenza che vale più di mille parole, sbriciolando tutte le certezze a favore del Dubbio che Amleto levati, ma levati.
Paura eccetera è il primo tassello della Trilogia della Morte di Fulci, assieme a L’Aldilà – l’equivalente cinematografico della tela L’Isola dei Morti di Bocklin - e il crepuscolare Quella Villa Accanto al Cimitero. Ed è anche il più crudo e violento. Il Male si sprigiona, il Male colpisce e basta, per il puro gusto di farlo. Perché è Malissimo Me.
Fulci sarà pure schifiltoso negli effetti speciali, tra vermi, trippe e altre amenità, ma a rivederlo dopo vent’anni e aver studiato un po’ la sua filmografia, ci trovo anche una poetica del macabro e della ferocia che pochi hanno avuto; un dettaglio che ho notato è proprio l’insistenza sugli occhi dei personaggi, dallo sguardo costernato e torvo del prete morto, alle donne che lacrimano sangue. L’occhio, la visione negata, accecata…del resto in Zombi 2 aveva fatto impalare l’occhio di Olga Karlatos contro una scheggia di legno.
Tarantino lo reputa uno dei preferiti di Fulci, e nulla mi toglie dalla testa che abbia omaggiato la sequenza di Mary nella bara nel suo Kill Bill vol. 2 con Uma Thurman sepolta viva. Vedere per credere, anzi il solo fatto che Mister Q, vada in giro con t-shirt con stampato Fulci Lives!, per me è già una flagranza di omaggio.
Due paroline sul cast fanno piacere? Mary è Catriona McColl, già Lady Oscar nel film omonimo, e che sarà presente anche negli altri due tasselli della trilogia. Il tipo di donna fragile e volitiva allo stesso tempo. Il comparto bionde prevede anche Jane Agren già stellina nei film con Lino Banfi e c’è anche una particina per un giovane Michele Soavi, futuro regista.
Buona visione, con certificato medico che Green Pass, levati, ma levati.
Curiosità: all’epoca fu presentato nei cinema con controindicazione di un celebre primario cardiologo.
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