Autore: Mario Paternostro
Fino al momento in cui ho trovato sotto l’albero di Natale una copia di Le Ombre Di Genova, non avevo mai avuto l’occasione di aver a che fare con il Mario Paternostro scrittore. E niente, sono felice di averlo fatto.
Già dalla presentazione e dalla breve sinossi nel retrocopertina (dove per altro è raffigurato il vicolo con l’insegna della storica trattoria Da Maria, da cui transito quasi ogni giorno), la storia mi ha intrigato, e non solo per le vicende raccontate, ma anche perché ho sempre avuto un debole per le storie svoltesi nella mia Genova. Come accaduto nei romanzi di Raffaele Malavasi infatti (che ho divorato con grande piacere), poter scorrere tra le pagine vie e piazze in cui ti muovi quotidianamente è senza dubbio una marcia in più, soprattutto perché durante la lettura riesci ad immaginarti esattamente dove si trovano i personaggi, sentendoti quindi maggiormente coinvolto e quasi parte della faccenda.
Brevemente la trama. Il commissario Falsopepe si ritrova con un bel cadavere galleggiante in quel di Boccadasse (per chi non conosce in luogo, rimediare subito). Durante l’indagine verranno fuori altre storie direttamente collegate all’omicidio, e saranno coinvolti loschi figuri che metteranno in pericolo anche la vita del nostro protagonista.
Se la figura del Commissario Ferruccio Falsopepe risulta per me una novità (gradita), c’è da dire che però non la si deve considerare come tale, in quanto vi sono già state precedenti indagini da lui condotte e riportate in libreria, come evidenziato anche sulla copertina del libro, dove appunto se ne annuncia il “ritorno”. Il personaggio ad ogni modo è uno di quelli “giusti”, uno di quelli che appassionano il lettore e di cui, una volta letto per la prima volta, difficilmente ne fai a meno. Le sue contaminazioni genovesi, dopo i numerosi anni di residenza, piacciono, così come i rapporti creatisi con i collaboratori, in particolare con la rigorosa Dott.ssa Conti, nei confronti della quale si concede perfino quel piccolo momento di cedimento che onestamente ho trovato leggermente fuori luogo, per come è stata impostata la storia e soprattutto la sua figura.
La scrittura risulta piuttosto sofisticata ed interessante, con alcuni riferimenti alla più o meno recente (e non sempre piacevole purtroppo) realtà cittadina, Bisagno e Ponte Morandi su tutti. A volte tuttavia l’autore risulta a mio avviso leggermente prolisso nel dedicarsi a digressioni che tendono a sviare l’attenzione dalle storie principali, anche se spesso si tratta di inserimenti interessanti e piacevoli a cui si può concedere il beneficio del dubbio. Quello che invece mi ha lasciato un po’ stupito sono alcuni errori di battitura che, dati i vari controlli e correzioni, probabilmente sarebbe stato possibile eliminare.
Più si va avanti con la storia poi, l’indagine prende nettamente il sopravvento e la narrazione si focalizza unicamente su di essa, abbandonando aneddoti e descrizioni per catapultarci direttamente nell’action che coinvolge il nostro Falsopepe e la sua truppa. Le storie dei vari Vercelli, Malincontri e del Professore in cerca di vendetta, finiscono con l’intersecarsi l’una con l’altra attraverso collegamenti che reggono bene e che consentono una lettura veloce e senza pause.
Consigliato agli amanti del thriller ed in particolare ai lettori genovesi.
Giudizio complessivo: 7.5
Qui il libro
Enjoy,
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