Autore: Patrick McGrath
L'autore è stato tanto furbo da raccontare questa storia attraverso la voce dello psichiatra, poiché se avesse parlato direttamente la nostra protagonista ogni sua parola e ogni suo pensiero avrebbero avuto un sapore diverso. Disgustoso e…folle.
Un’ossessione sessuale - scambiata per amore - raccontata da un medico. Come se l’amore fosse una malattia (in)curabile, penserete. E lo era. Una malattia contagiosa. Illogica. Sensuale. Era il 1959 quando le vite di Stella ed Edgar sono entrate in collisione. Poche parole e uno sguardo di troppo sono stati il pretesto per voltare le spalle al marito e al figlio. Un sorriso e ha dimenticato chi fosse lui veramente: un assassino rinchiuso in un manicomio con l’accusa di uxoricidio.
Sarà lo psichiatra dello stesso Edgar a raccontare la loro storia attraverso gli occhi e la voce di Stella, la quale continua a chiedersi se uscirà viva da quel sentimento che sente fin sotto la pelle e fin dentro le ossa, che la mastica e la divora lentamente. Pezzo dopo pezzo. Un sentimento malato, macabro e distorto che lei si ostina a chiamare amore.
In questo romanzo non c’è alcun vincitore, ma tutti sono vinti: nessuno riesce a dominare la follia, perché tutti ne sono dominati.
Indossare le vesti della protagonista, ahimè, è tanto impossibile quanto il vano tentativo di affezionarsi al suo personaggio che si fa portavoce di una verità: i sentimenti non possono essere contrastati o elusi, ma solo assecondati, anche a costo di perdere tutto. Anche la ragione. Anche la vita.
Giudicare le sue scelte è facile, ma cosa puoi fare quando una persona ce l’hai dentro?
Qui il libro
Buona lettura,
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