Regia: Jim Cummings e PJ McCabe
The Beta Test è un film del 2021 (da non confondersi con il quasi omonimo del 2016, di cui ignoro qualsiasi cosa) diretto dall’accoppiata composta da Jim Cummings e PJ McCabe, un’accoppiata che a dire il vero non è che abbia prodotto molto altro, anzi direi nulla fatta eccezione per un paio di lavori del solo Cummings.
Brevemente la trama. Un agente di Hollywood sta per sposarsi, ma poco prima riceve un misterioso invito per partecipare ad un incontro sessuale assolutamente anonimo. Sembra giusto un’innocua scappatella destinata ad essere presto dimenticata, ma da quel momento l’uomo si ritroverà coinvolto in un circolo vizioso da cui uscire appare quantomeno complicato.
Il film si sviluppa mantenendosi in bilico tra commedia e thriller, ricalcando (almeno nelle intenzioni) l’ambiente ricreato in quel The Trip di cui ho parlato poco tempo fa. Chiaramente il risultato finale e ben diverso, sia come sviluppo della storia che come realizzazione, ma ci arriveremo.
Dal poco di trama che avevo letto (ed effettivamente non si può dir troppo, altrimenti poi si perde tutta la “sorpresa”), l’interesse comunque c’era, e anche dopo le prime fasi dell’incontro clandestino lo spettatore tenderà ad essere incuriosito dalle vicende susseguenti.
In pratica tutta la pellicola gioca sul sentimento del desiderio proibito e sui sensi di colpa derivanti da ciò che hai fatto ma non avresti dovuto fare. Ad esso ci si aggiunge una spruzzata di social network, visti ovviamente dal lato più negativo possibile, e la sottolineatura di come attraverso l’internet uno possa realizzare praticamente di tutto, e non sempre trovandone il giovamento sperato all’inizio.
La situazione creatasi poi è stata un buon punto di partenza per mettere in risalto le cattive abitudini di quella Hollywood “bene” che spesso si nasconde dietro a personaggi falsi e viscidi e che non esce proprio benissimo da questa pellicola. Ad amplificare il senso di disagio che pervade il protagonista, troviamo poi alcune pregevoli sequenze dove si mischiano con buona tecnica realtà ed immaginazione, in aggiunta ad alcuni flashback interessanti che migliorano un po’ la situazione globale.
Eh sì, perché nel complesso la realizzazione di tutto ciò che ho appena citato non convince appieno, in primis a seguito di un ritmo che stenta a decollare e che poi di fatto non decolla quasi mai e poi a causa di una confusione generale che rende la faccenda macchinosa e in alcuni frangenti poco chiara. Il coinvolgimento del pubblico risulta quindi abbastanza compromesso, e ciò è assolutamente un male visto che l’intrattenimento dovrebbe essere il punto forte di questi film.
Perfino la spiegazione del piano messo in atto da chi mandava gli inviti appare un po’ raffazzonata e se non fosse per una buona interpretazione dello stesso Cummings nei panni del paranoico e convincente Jordan Hines, il giudizio sarebbe ancora peggiore.
Il finale non dispiace del tutto, anche se in verità lascia però un po’ interdetti e con amaro in bocca, volendo un po’ strizzare l’occhio a Eyes Wide Shut, ma finendo invece con lo strizzare i cosiddetti di chi guarda.
Dimenticabile
Giudizio complessivo: 5
Infelice visione,
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