Billy Summers: La Recensione del Libro



Autore: Stephen King


Il vecchio King non ci pensa proprio ad andarsene in pensione e sfodera un altro lavoro degno di nota, che ovviamente non ho potuto lasciarmi sfuggire, anche se a sto giro ho dovuto aspettare qualche mese per la lettura.

Un libro un po’ diverso se vogliamo, in cui King abbandona molti dei suoi tratti che lo hanno contraddistinto, e che probabilmente non attribuirei immediatamente a lui se sulla copertina non ci fosse il suo nome bello stampato a caratteri cubitali, ma che ha saputo regalare una lettura frizzante ed in alcune parti emozionante.

Brevemente la trama. Billy Summers è un sicario professionista che viene ingaggiato per quella che dovrebbe essere la sua ultima missione. Ovviamente qualcosa andrà storto e il nostro protagonista si ritroverà coinvolto in situazioni in cui mai avrebbe pensato di trovarsi.

Il personaggio di Billy, su cui ovviamente è costruita tutta la storia, appassiona ed intriga con le sue 3 o 4 vite parallele, e King riesce sin da subito a farti entrare in empatia con lui, anche nelle prime fasi in cui di fatto non succede nulla al di fuori dei preparativi per la missione.


"Fidati di tutti, ma verifica".


La scelta vincente del libro nel libro (che ricalca un po’ quanto fatto da Dicker ne L'Enigma Della Camera 622) aumenta la curiosità nei suoi confronti, aggiungendo quel quid in più che ci permette di conoscere meglio il protagonista, attraverso le sue esperienze passate, partendo dalla difficile infanzia, fino ad arrivare alle scene drammatiche della guerra in Iraq.


"Si può entrare a far parte del panorama, se ci si trova troppo in primo piano?"



Per quanto riguarda il ritmo narrativo poi, bisogna considerare due fasi distinte. Una che precede il lavoretto di Billy, più statica ma non meno affascinante, e poi la fase successiva, con la fuga e la conoscenza di Alice, l’imprevedibile svolta che né Summers, né il lettore si sarebbe mai aspettato. Qui si assiste ad un rapido cambio di programma, soprattutto poi nella parte conclusiva, con un’accelerazione repentina che costringe a proseguire la lettura senza pause.

Il rapporto tra il killer e la ragazza si fa via via sempre più interessante, arricchendosi di varie sfumature che spesso finiscono quasi col mettere in dubbio la professionalità di Billy e la sua integrità morale. In più di un’occasione mi è parso di assistere ad una citazione non so quanto voluta di quanto accaduto tra Leon e Mathilda nel celebre film di Besson, mentre la citazione, anzi l’autocitazione dell’Overlook Hotel la si può percepire chiaramente senza spingersi troppo in là con l’immaginazione.

Quando poi citavo uno stile diverso dello scrittore, mi riferivo pure anche alla mancanza dei suoi classici mini spoiler che snocciolava durante la storia, forse qui perché la stessa non appare così complicata e ricca di colpi di scena come in altri romanzi. Tuttavia ho trovato curioso come King abbia inserito alcuni riferimenti alla questione covid (visto in proiezione futura, in quanto scoppiato qualche mese dopo il periodo in cui si svolgeva la vicenda), dal momento che non avevo ancora trovato da nessuna parte nulla a riguardo (e chissà che forse non sia stato meglio così).

Il finale severo ma giusto chiude perfettamente la faccenda, mettendo ancora una volta in evidenza (e sottolineo “ancora una volta” visto che era già chiaro durante tutta la lettura) l’amore per la scrittura, quel bisogno impellente di mettere nero su bianco le proprie idee che spesso prende il sopravvento su ogni cosa.

Qui il libro
Giudizio complessivo: 8

Enjoy,



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