A Proposito dei Ricardo (Being the Ricardos): La Recensione del Film



Regia: Aaron Sorkin


Trama


La storia di Lucille Ball e Desi Arnaz, coppia sia nella vita che sul piccolo schermo, dove sono i protagonisti dell'amata sitcom “I Love Lucy”. 

Ma l'equilibrio delicato tra lavoro e vita privata viene messo in crisi in una settimana di lavorazione particolarmente difficile nel 1952, quando Lucille viene accusata di essere comunista, in piena Guerra Fredda. Mentre i presunti tradimenti di Desi Arnaz occupano le pagine dei giornali, la loro carriera sembra al capolinea.


Il film racconta un episodio chiave nella storia dello spettacolo americano, da noi pressochè sconosciuto, così come lo sono sia i personaggi della storia (Lucille Ball e il marito Desi Arnaz) che la sit-com di cui erano protagonisti. Una pellicola con cui ho avuto difficoltà ad entrare in empatia per la storia, così culturalmente lontana, e i personaggi le cui vicende erano a me ignote. Una difficoltà iniziale che si supera grazie ai dialoghi brillanti, perfettamente sostenuti dai due protagonisti Kidman/Barden, e all’ambientazione curata alla perfezione.

Sorkin sceglie di raccontare un biopic attraverso il “dietro le quinte” di una settimana lavorativa particolarmente critica, usando una serie di interviste “finte”: dalle parole di coloro che interpretano giornalisti, critici ed esperti dell’epoca, emerge il ritratto di questa celebre coppia e il contesto in cui si muovono i personaggi, all’interno dei meccanismi della televisione americana dell’epoca.


Emerge il carattere della protagonista, forte e volitiva, consapevole e pignola. Perfezionista fino allo sfinimento, ha l’ultima parola su ogni proposta, ma allo stesso tempo è capace di apparire “secondaria” rispetto alle figure maschili, come dettava il ruolo della donna in quell’epoca.


Un racconto del mondo del piccolo schermo coi suoi sotterfugi e rivalità, in cui dietro ogni discussione si cela molto di più di quello che viene detto, ma anche uno spaccato sociale/politico dell’epoca. Dalla forte opposizione del Governo americano a qualsivoglia simpatia comunista diretta o indiretta, e ciò che comportava un’accusa del genere, al ruolo della donna all’interno della televisione: “casta, pura e asessuata”, tanto da essere impensabile mostrare o parlare di una gravidanza in una sit-com.

Sicuramente un film ben scritto e curato, ma che forse si dilunga un po’ troppo (più di 2 ore), risultando in alcuni passaggi un po’ noioso e ripetitivo.

Degno di nota è il lavoro di make-up fatto sulla Kidman e lo studio sulla mimica, che la fanno somigliare tantissimo alla vera Lucille; bravissimo anche Barden e assolutamente all’altezza i comprimari.

Giudizio complessivo: 7

Buona visione,


Trailer



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