Regia: Paolo Sorrentino
Paolo Sorrentino torna in cabina di regia e firma questo film che ondeggia tra il biografico e il romanzato.
È Stata la Mano di Dio racconta infatti la storia di Fabietto un ragazzino che vive a Napoli con i genitori, il fratello e la sorella. Fabietto altro non è che Sorrentino stesso e alcuni episodi sono tratti dal suo vissuto.
Il film è sentito e toccante, si percepisce che il regista ci ha messo molto di sé. La prima metà è più scanzonata e divertente, la seconda tende a incupirsi in linea con ciò che accade. In altre parole la pellicola mescola abilmente dramma e commedia portando sullo schermo una storia credibile e interessante.
Le immagini poi sono meravigliose, forse meno ispirate rispetto a La Grande Bellezza, ma comunque curate e mozzafiato.
La storia presenta tante tematiche che ruotano attorno alla figura di Fabietto e tutte hanno una loro conclusione. Sorrentino poi è un maestro nel riuscire a dare vita a personaggi che risultano subito iconici e che, se a un primo sguardo possono sembrare delle macchiette, con il proseguire del film risultano sempre più sfaccettati, complessi, sfumati.
Il film infine risulta originale in alcune svolte e presenta tanti elementi che uno si aspetta vadano in un determinato modo, ma che invece Sorrentino è bravo a sovvertire creando una sorta di attesa, di suspense.
Insomma il buon Paolo non si smentisce e sforna un altro film meraviglioso, forse un pelo lungo (verso la fine confesso di averne accusato la lunghezza, ma ha senso che il film verso la fine sia percepito come stanco e lento, è in linea con la storia che racconta), ma decisamente riuscito.
"La realtà non mi piace più. La realtà è scadente".
Giudizio complessivo: 8
Buona visione,
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