Regia: Paolo Sorrentino
"Non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alle feste, io volevo avere il potere di farle fallire".
Al centro del mondo del film La Grande Bellezza ci sono le feste, e al centro delle feste di Roma ritroviamo il protagonista del film Jep Gambardella.
La festa è divertimento, devertere, spostarsi dal centro. La festa serve a nascondere i propri problemi, la propria vita sotto il chiacchiericcio, il bla bla bla, a nascondere ognuno le proprie fragilità e la propria solitudine.
Roma è parte integrante di questa solitudine. "Roma mi ha deluso" , recita uno dei personaggi; la delusione di Roma sta proprio nella sua grandezza, nel fatto che, al di là della mondanità, quando i personaggi tornano a casa dopo le feste, li coglie l’inesorabile solitudine.
Jep è uno scrittore alla ricerca della grande bellezza, di una qualche fonte di ispirazione che lo spinga a scrivere un secondo romanzo dopo tanti anni passati dalla pubblicazione del primo, da tutti molto apprezzato.
È anche lui deluso, deluso dalle persone di cui lui stesso si circonda, dalla superficialità della sua vita. Per Jep tutto è una recita, persino un funerale può diventare una messa in scena, forse la più grande.
L’incontro cruciale del film sarà quello con una suora. La figura di questa suora, chiamata la santa, si contrappone ai personaggi mondani visti fin ora. Lontana anche da personaggi che dovrebbero preservare la spiritualità, come per esempio, dalla figura del cardinale.
La suora infatti ha deciso di vivere nella povertà, nell’essenziale senza fronzoli. E ricorda a Jep di quanto siano importanti le radici. Perché ci si può anche perdere in una grande metropoli come Roma e, distratti, non coglierne la bellezza, per poi ritrovarsi in un 'isola campana a ricordare da dove si è partiti , a ritrovare l essenziale, il profondo, le proprie radici e con esse la voglia di scrivere.
Buona visione,
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