Regia: Pete Walker
“Da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio.”
Così ammoniva papa Paolo VI, nel 1972 e aveva ragione: c’è del fumo diabolico in chiesa, ma viene dai ceri accesi da Padre Meldrumn. O dal turibolo ardente che ha usato per ammazzare un peccatore che non voleva essere redento.
Andiamo con ordine: Padre Meldrum è un sacerdote di mezz’età, frustrato, che vive al presbiterio con madre paralitica che gli ha imposto il sacerdozio in gioventù e una perpetua guercia e acida che, quando lui è assente, gli maltratta la madre. Uno per cui le innovazioni – ma diciamo pure le corruzioni per Dio! – del Concilio Vaticano non sono mai passate; semmai ci è passato sopra lui con una ruspa.
Quando la giovane in crisi Jenny Welsh va a confessarsi da lui, credendo di trovare il giovane padre Cutle, a Meldrum parte la brocca: registra la conversazione nel confessionale (la vera casa del peccato del film) per ricattarla, diventando sempre più ossessionato da lei. E tanto per stare in tema snocciolerà un rosario di omicidi tra fidanzati e amici della ragazza.
C’è del marcio in Chiesa. Non solo il prete, ma anche l’intera struttura ecclesiastica è fatta di ipocrisie e di rancori. Pete Walker è il cantore della violenza e del sadismo urbano, già dimostrati con il film …E Sul Corpo Tracce Di Violenza e che proseguirà per il resto della sua carriera.
Niente più mostri classici per spaventare il pubblico, ma un (in)sano realismo: il vicino di casa con le rotelle sbiellate e tanta voglia di seviziarti, o peggio un sacerdote che dovrebbe essere una presenza rassicurante. Gli omicidi sono ancora oggi piuttosto feroci: il già citato turibolo ardente usata come mazza chiodata in faccia, lo strangolamento di Vanessa (l’efficace Stephanie Beacham che quando stramazza e rovescia gli occhi è davvero impressionante). C’è anche posto per l’ostia avvelenata…Arsenucus Christi!
Per il parco attori, Walker voleva Peter Cushing, nei panni lunatici di Meldrum, ma l’agente dell’attore non era convinto del ruolo, e per quanto mi spiaccia, forse il nostro sarebbe stato troppo algido. Al suo posto troviamo Anthony Sharp, uno che veniva da Arancia Meccanica e Barry Lyndon di Kubrick, mica pizza e fichi, ma che col naso aquilino e il mento da falce di luna, passa dallo zelo pastorale alla furia maniacale in poche espressioni. Sheila Keith, che interpreta Miss Brabazon, la perpetua, è una delle attrici fisse nel cinema di Walker, sempre perfetta nei ruoli sadici candida di capelli, ma d’animo nero.
Parafrasando il Vangelo: “Am(mazz)a il prossimo tuo, come lui am(mmazz)erebbe te.”
Il vero peccato mortale è non guardare questo film, vi consiglio la visione se volete l’assoluzione.
Buona visione,
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